lirik lagu menotti lerro - fu amore
“mi introdusse nella casa del vino
e il suo vessillo su di me fu amore
rinvigoritemi con schiacciate d’uva secca
sostenetemi con mele; poiché sono malata d’amore.”
cantico dei cantici
un rovescio di pioggia
qui triste tiene su coraçón
benga oír esta razón
“la stagione più cupa è passata
e noi siamo ancora morti”
i diamanti dei corpi che furono
stelle sono tornati nelle loro
orbite, nella loro solitudine
“noi abbiamo visto, abbiamo visto
i bagliori cadenti che furono i suoi occhi”
nel letto rimane l’essenza;
l’anima che l’anima ha amato
in tutte le strade ti ho inventata
in tutti i sobborghi, e a ogni
mendicante ho di noi domandato:
“avete visto colei che la mia
anima ha amato?”
“noi abbiamo visto, abbiamo visto
le rose sfiorite che furono labbra”
non rifioriranno le rose
germoglieranno le spine
stanotte fuggirò sul monte e lì
resterò fino all’alba, finché
sfumeranno le ombre
ti cercherò tra le false luci del giorno
che ascondono nell’oro matto
le espressioni di tenerezza;
…nelle tane dei leoni, nelle caverne
dei leopardi, nei covi di scoiattoli e serpenti
dove sei? tumultuoso battito
trasfigurata è la mia natura
“avete visto colei che la mia
anima ha amato?”
“noi abbiamo visto, abbiamo visto
la fonte prosciugata
che custodiva nel petto”
in te non c’è difetto mia amata
mia preziosa, mia diletta, mia sposa
non fosti per il seme del mio
amore un giardino sbarrato
una sorgente sigillata
mi donasti il paradiso di melagrane
che fu la tua pelle, la fioritura proibita dell’orto
un’aura mi sorprese sotto un albero d’olivo;
fra i rami d’un melo vidi posata
una coppa d’argento
non bagnò il limine quel vino
stillarono fino a me i tuoi profumi;
non ora, che vago nell’abisso
in cui mi risveglio al mattino
incredule le foglie e la pioggia:
“cos’ha la tua amata più di ogni altra amata?”
pura come latte appena munto
nidificano le rondini nelle sue vesti
la luce non svapora al crepuscolo
nelle pieghe del volto. blandizie
di sabbia sulla riva i capelli
le guance? fichi maturi
un’oasi la bocca. le mani… le mani…
il suo addome è un mare notturno d’estate
avamposti della passione le gambe
‘amore’ su quelle labbra coniato
questo è il mio amore
“dov’è andato il tuo amore?
perché non torna il tuo amore?”
il mio amore è sceso nel giardino
per cogliere i frutti più dolci
per la pace dei corpi
ma una fiera gelosa…
ch’altro mi resta che perpetuo pianto?
ora nei miei sogni lei è un’ombra
nera come le tende di chedar
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