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lirik lagu meddaman - pattume

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[testo di “pattume”]

[strofa 1]
devi tenere gli occhi aperti per tenere testa agli urti
per tenere, tenere testa a certe brutte storie
devi avere il velo sullo stomaco e qualcosa contro il vomito
non guardare in faccia nessuno e restare solido
la realtà è dura, è dura davvero, caro
e a me ’sti anni di crisi m’hanno reso anche più avaro
ho fatto un mutuo, ho fatto un figlio, ho fatto brutto, ho fatto i conti
ne esco rotto, fammi uscire di qua, se no scoppio
un alluvione nеll’anima e la scatola cranica in crack
come l’italia prosciugata da schelеtri in frac
vorrei un’auto blu, ma non per andare a trans
per tirare sotto tutti questi vecchi maledetti
in ‘sta n~z~one siamo calcio, culo e tette
per tradizione siamo solo calci in culo e tasse
io creo mondi paralleli dentro le casse
mi maschero da mostro in mezzo a ‘ste belle facce

[ritornello]
sì, è vero, ecco, adesso l’ammetto
la mia musica è pattume, ma con ‘sto marciume affetto
tu portati l’elmetto, è allarme rosso quando scendo nell’assetto
sono un danno collaterale, sono un effetto
e vaffanculo alle rime, vaffanculo allo stile
vaffanculo alla tecnica, vaffanculo a me
sono solo zero nello sclero, ma non dispero
se devo impazzire io, faccio impazzire te
[strofa 2]
sono anni devastanti come schianti nella notte
figli devastati, menù al litio e teste rotte
divorziati in casa, padre, basta con le botte
si impicca la speranza se è la mamma che ti fotte
ho visto un uomo che s’ammazzava per la famiglia
ho visto un uomo che ammazzava la sua famiglia
ho visto quest’italia e non so più a cosa assomiglia
suona una campana, ma nessuno ci sveglia
che succede? che succede?
mi sento spaesato nel mio paese
che succede? dalla tua finestra, cosa si vede?
in cosa si crede? si crede a tutto
io non credo a niente, perché qui è tutto distrutto
la questione è morale o tumorale, non puntarmi il dito contro
io sono solo una conseguenza di ‘sto male
qui il problema vero resta non farsi arrestare
poi si chiedono perché ancora non vado a votare

[ritornello]
sì, è vero, ecco, adesso l’ammetto
la mia musica è pattume, ma con ‘sto marciume affetto
tu portati l’elmetto, è allarme rosso quando scendo nell’assetto
sono un danno collaterale, sono un effetto
e vaffanculo alle rime, vaffanculo allo stile
vaffanculo alla tecnica, vaffanculo a me
sono solo zero nello sclero, ma non dispero
se devo impazzire io, faccio impazzire te
[strofa 3]
gratta e vinci, gratta e sosta, gratta gratta nella tasca
non c’è niente da grattare, io mi affogo nella vasca
lascia stare, ho le pare
e un cappio in testa perché il mio io si vuole impiccare (lasciatelo fare)
e tu mi parli di successo, come mai non mi cambia?
se ci penso, sbavo e ringhio, come un cane con la rabbia
e non menarla più con la storia dell’umiltà
se avevo fatto successo, compravo tre identità
una per dare fuoco a te e l’altra per darlo alla città
l’altra la ammazzavo io per farmi pubblicità
perché l’immagine è tutto e la canzone è zero
la musica batte sul due e tutto il resto è a nero
io ho rime al plutonio, veleno come il polonio
ho messo l’anima in vendita, ma non la vuole il demonio
rado al suolo il patrimonio culturale nel mio cranio
nel condominio di santi, pecora nera come ascanio

[ritornello]
sì, è vero, ecco, adesso l’ammetto
la mia musica è pattume, ma con ‘sto marciume affetto
tu portati l’elmetto, è allarme rosso quando scendo nell’assetto
sono un danno collaterale, sono un effetto
e vaffanculo alle rime, vaffanculo allo stile
vaffanculo alla tecnica, vaffanculo a me
sono solo zero nello sclero, ma non dispero
se devo impazzire io, faccio impazzire te


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