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lirik lagu mc bbo - parlo di te

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[strofa 1]
nell’imbarazzo di trovarsi nei può darsi e in cazzo di discorsi da pupazzo coi rimorsi da rimpiazzo
piazzo la bomba e scappo al galoppo dal puzzo di zozzo che è troppo
e zoppo e mozzo rimango nel fango a nuotare senza le braccia
con una faccia da scaccia fighe, che si impaccia a parlare e non caccia parola
nemmeno a pregare il signore, signora
il fatto che io stesso ho un cuore così grande da riempire le sere di stelle e storie stellari, da dare colore ad uno sfondo di macerie
e macino sconfitte travestite da vittorie
è l’ombra delle alte vette che oscura le mie miserie
e misericordia per chi vive nella discordia e si scorda di essere uomo e lascia spazio alla superbia
superando l’insuperabile e l’umile s’innalza fino a sopra le nuvole dove ci sono le favole

[rit]
e parlo di me in una pessima condizione
e parlo di te che sei una splendida emozione
e parlo di noi delle verità che non sai
ma la realtà dei fatti è che non so più chi sei
e parlo di me, parlo di te, parlo con carlo, ma carlo non c’è
parlo di me, parlo di te, parlo con carlo, ma carlo non c’è

[strofa 2]
e se poi il nostro rapporto è morto, beh, pazienza
qua avanza lo sconforto e chi ha torto rimane senza ragione
e pensa che la soluzione è un’immensa astinenza dalla prestazione come un’azione di penitenza
che compensa il tutto e il lutto me lo porto come gradi nel petto, di giorno di notte nel letto
non dormo, non mi muovo, son fermo
infermo mentale, ma l’~rs~nale armo
abbatto lo stormo di pensieri sicari
e confermo ed informo tutti i miei cari dei vari
episodi di amori amari, da collodi un burattino
fatto di legno e chiodi dice bugie e ti illudi
che un giorno i suoi modi cambieranno e si scioglieranno anche i nodi che ci legano e ci avvolgono a paludi
a laghi con fondali abissali fatti di aghi e draghi con ali che sputano fiamme e mali
[rit]
e parlo di me in una pessima condizione
e parlo di te che sei una splendida emozione
e parlo di noi delle verità che non sai
ma la realtà dei fatti è che non so più chi sei
e parlo di me, parlo di te, parlo con carlo, ma carlo non c’è
parlo di me, parlo di te, parlo con carlo, ma carlo non c’è

[strofa 3]
e se vivi tra sporche abitudini e porche immagini
che elimini scartandole agli ultimi posti
e attimi e secondi attesi diventano giorni e mesi
e anni che passano invecchiano i visi rugosi e così ombrosi ed ottusi che i neuroni gli si sono fusi
e confusi in tesi e frasi da diario del cuore
per poi finire sospesi sopra altopiani accesi come cerini
o stesi come i cecchini o appesi come burattini su fili sottili sotto cieli stellati e lasciati da soli piantati al sole
senza più parole da confidare a qualcuno
e nessuno sarà il tuo nome ulisse, fino a che l’eclisse scomparirà e riapparirà la luce
capace di ridarti e restituirti la tua pace
ma invece la fece ritorna sempre a galla
e a garganella la mandi giù dentro alle tue budella

[rit]
e parlo di me in una pessima condizione
e parlo di te che sei una splendida emozione
e parlo di noi delle verità che non sai
ma la realtà dei fatti è che non so più chi sei
e parlo di me, parlo di te, parlo con carlo, ma carlo non c’è
parlo di me, parlo di te, parlo con carlo, ma carlo non c’è


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