lirik lagu mayhem (rapper) - bandiera bianca
[strofa 1]
era il duemila e sedici
va tutto bene? beh dai si va tutto bene dai fermati
ferma lì, credici si mangia ansia dal duemila e tredici
fiat punto scappati come evasi
via tutto in quattro pieni di rabbia cacciati verso il futuro
ma’ qua è tutto scuro, ma’ c’è solo nebbia e qua non vedi il muro
da solo al buio, da solo studio
il modo migliore per imparare a stare muto
lento declino, lento cammino e rovino
quel poco di bello che rende vivo
la prima casa era fredda e sotto coperta
la seconda stretta e la terza mеrda
alla quarta mi stufo, tra casse e m~ffa
mi sento cadеre nel buco, gatzelu~urrutia
aumenta la rabbia come sabbia che sfrega dallo scalpo al cranio
sono in gabbia come marla mi sfogo fumando e scopro cranio
soffro di insonnia fino a vivere fuso col fuso orario
vienimi a prendere ti imploro
mentre dentro implodo e mi blocco in chiodo e mi sento solo
come quando guardavo dal balcone e sotto vedevo il vuoto
in famiglia era ancora tutto apposto
insieme contro il mondo finché lui stesso mi rema contro e incontro
la disuguaglianza come quando andavo a casa dell’amico
e l’armadio era grande quanto la mia stanza
ero confuso, perché lui si e io no? colpa di dio o no?
forse non mi guarda? forse era la rabbia e così per rivalsa
rubai un cofanetto dalla mansarda
mi arrabbio e divento cattivo, divento umano
prima o poi si capisce, prima o poi si dimentica
nel futuro si migliora o ci si replica?
si peggiora o si rinasce?
se muori ti risvegli in fasce?
si metabolizza o si dimentica?
ma quella stanza fredda resterà sempre una cella in cui il passato si vendica
[ritornello]
sono cresciuto in questa maniera da mattina a sera
con la collera come collare dentro una tuta nera
in cattività ma resta ancora bianca la mia bandiera
anche se va meglio è ancora bianca la mia bandiera
[strofa 2]
eravamo in cinque in quella cascina abbandonata
poi diventammo dieci, poi venti, poi ottanta
respiravo l’ansia di svegliarmi in caserma o non svegliarmi e basta
mia madre disperata, la scuola mi cercava
quando è morto gabri scomparvi una settimana
non tornavo a casa, cercavo un letto che non fosse il mio
anche se non l’ho mai avuto, restavo in strada
cercavo distrazioni, ferite minori per distogliere lo sguardo
da quelle gravi, quelle interiori, quelle peggiori
quelle che bruciano a distanza di anni non appena le sfiori
ruppi uno zigomo nella stessa cascina
non ricordo per cosa ricordo che fosse una cosa stupida
ma quando in ballo c’è l’orgoglio non si torna indietro
o il rimpianto diventa una tortura
visti per la prima volta gli occhi del dolore in terza persona, la mano sporca
capii che se un cane ha paura lascia che ti morda
sarà nel torto e sarà il mondo a stringere la corda
il mio errore è stato quello di non fare un passo indietro
ad ogni sguardo dei miei dopo ogni mio sbaglio
non ho limiti ma non sono libero perché
a me è la rabbia che tira il guinzaglio
[ritornello]
sono cresciuto in questa maniera da mattina a sera
con la collera come collare dentro una tuta nera
in cattività ma resta ancora bianca la mia bandiera
anche se va meglio è ancora bianca la mia bandiera
sono cresciuto in questa maniera da mattina a sera
con la collera come collare dentro una tuta nera
in cattività ma resta ancora bianca la mia bandiera
anche se va meglio è ancora bianca la mia bandiera
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