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lirik lagu luca dirisio - carta da stracciare

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[testo di “carta da stracciare”]

[strofa 1]
sono certo che andrà bene, con la calma di un olimpico
volo sopra gli avversari sulle cose che non contano
e disegno la mia storia come se non fossi nato ancora
sopra i fiori, sopra gli alberi, dentro gli occhi dei bambini
cerco il cuore, cerco l’anima, la purezza dei delfini
cose che mi hanno nascostoc, cose che non ti insegnano a scuola

[strofa 2]
noi che siamo visionari, che pensiamo già a domani
non c’è posto per rinchiuderci, siamo semplici pensieri
siamo dove non si arriva, siamo l’acqua che genera vita
mi hanno proposto di cedere, ma ho risposto, “vaffanculo”
perché ho il cuore di uno zingaro е gli zoccoli di un mulo
tra le botte e nеl dolore, senza rabbia io coltivo amore

[ritornello]
quanti discorsi e quanta carta da stracciare
e quanta storia violentata sulle strade
e quanta rabbia sempre pr~nta lì a scoppiare
potere alle armi e al cartello criminale
quanti ritardi e quanta fede nel nessuno
e quanti muri per non farci andar lontano
quanta tristezza nelle tasche e nelle mani
così mi scordo che ci chiamano
[post~ritornello]
ci chiamano italiani
ci chiamano italiani
italiani

[strofa 3]
sono rimasti ad osservare mentre tagliavano le mani
senza dire una parola, come fossimo maiali
ti ho aspettato sulla strada, ma una notte non sei più tornata
ho creduto negli archetipi, nei modelli originali
nelle formule segrete, nei cervelli eccezionali
sono solo sulla porta con il cric e una ruota di scorta

[strofa 4]
posso andare fino in africa, fprché la conosco bene
forse solo con un prete, che oramai ha perso la fede
senza il bene di nessuno, il mio bene si chiama “futuro”
e mentre gli uomini censurano e contengono le spese
c’è qualcuno che ci giudica, che ci osserva e se la ride
mentre tutto il mondo brucia, mentre tutto il mondo va a puttane

[ritornello]
quanti discorsi e quanta carta da stracciare
e quanta storia violentata sulle strade
e quanta rabbia sempre pr~nta lì a scoppiare
potere alle armi e al cartello criminale
quanti ritardi e quanta fede nel nessuno
e quanti muri per non farci andar lontano
quanta tristezza nelle tasche e nelle mani
così mi scordo che ci chiamano
[ritornello]
quanti discorsi e quanta carta da stracciare
e quanta storia violentata sulle strade
e quanta rabbia sempre pr~nta lì a scoppiare
potere alle armi e al cartello criminale
quanti ritardi e quanta fede nel nessuno
e quanti muri per non farci andar lontano
quanta tristezza nelle tasche e nelle mani
così mi scordo che ci chiamano

[outro]
che ci chiamano italiani
che ci chiamano italiani
italiani


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