lirik lagu lord madness - siberia
[testo di “siberia”]
[intro: promo l’inverso]
bella, michè, so’ promo, quando senti ‘sto messaggio, chiama, mi raccomando, cazzo, è un mese che non me rispondi al telefono, ma tutto a posto, fratè? nun me fà preoccupà, eh. te volevo dì che abbiamo chiuso il disco, è pr~nto, daje, a presto
[strofa: lord madness]
ho imparato a risollevarmi dopo ogni caduta
malgrado la costante sensazione di un ferro freddo puntato sulla nuca
e qua nessuno che t’aiuta
amici finché conviene, finché va tutto bene
prendono ciò che possono, sanguisuga
quel poco che ho, scusate, ma me lo tengo stretto
daniela, combatto anche per te, già sai com’è quando prometto
come potrei scordare quei giorni in ospedale
gelo nel sangue, una madre in stadio terminale
ma lasciatemi in pace
quattro mesi dopo suona il citofono, “scendi”
“vieni a vedere come sta tuo padre”
ma quando arriva questa cazzo d’ambulanza?”
tipo due secondi e il tuo corpo che s’accascia
in psichiatria, poi, mi dicevano: “uscirai presto”
serenase e depakin e non t’alzi più dal letto
e questa la chiami “vita”?
non ce la faccio, alzo la manica, un coltello da cucina
stendo il braccio e tiro una riga
eppure sono ancora qua, non voglio dargliela vinta
corro contro il tempo, m’asporteranno la milza
beh, pazienza, la morte vista da vicino, non ho più paura
uno scudo, la scrittura
mi ci chiudo, serratura
compagna ormai presente rassicura
ringrazio in primis lei che ha fatto di un ragazzo di strada un uomo di cultura
albero di esperienza, ne coglierò i frutti
sul suono garantisco l’essenza, uomo, tolgo i tuoi dubbi
frastuono i rigurgiti
quando mangiavo scatole di tonno a cena
e c’era sempre un fratello accanto che mi faceva la spesa, provvedeva
almeno questo, io non pretendo troppo
m’accollo pure il torto
xanax e mi addormento, pregabalin e vedo doppio
ma che bello passare dal sottoscala ad una popolare
si stringono le mura di questo monolocale
roma est miserabile, incline a patire la fame
briciole per un cane
ditemi se vale continuare a vivere o mollare
l’ansia attacca sotto, rete
eleganza, demi~volée
e non è vittimismo, è realismo di courbet
e ciò che è stato m’ha scavato le interiora
la situa non migliora
trita, fora sempre più a fondo, ma niente più mi impressiona
e me ne frego dell’ennesimo insuccesso
preferisco pensare che sia il signore che m’abbia giocato un brutto scherzo
ho un universo a parte che non ha confini
dove ho casa mia, vivo d’arte e i miei cari sono ancora vivi
e lo so bene voi cosa pensate
che poi piangersi addosso non risolve problematiche
vi vedrei al mio posto, allargarvi le natiche
trapiantarvi la cornea, stupidi motherf~ckers
facile, per voi che criticate
piego le sbarre che ho intorno, evado da ‘sta galera
costretto a vendermi casa per uscire dalla miseria
strada vera
qua nelle cantine più sassi che a matera
cala la notte, sono stanco, sento freddo, siberia
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