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lirik lagu lex ledef - polvere

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[strofa1]
foto ricordo color seppia sono squali
faccia da schiaffi, quanti ne ho presi, quanti dati
la mia vita tra lanci di dadi, pugni agli armadi
risse fuori gli stadi
21 arrestati, come ci siamo salvati?
dietro un c-ssonetto, sento la volante
fa marcia indietro ma ne prende altri
a volto scoperto per le vie del centro
-ssetati al bar con la felpa alla vita
lo scaldacollo in tasca, poi dritti alla part-ta
le pezze al contrario in segno di rispetto
per chi è andato dentro, perché violento
quanti giorni come quello alle 8 a scuola
non dormivo nemmeno o al m-ssimo un’ora
4 di pomeriggio, citofono: “polizia!”
scendi tu o saliamo noi? scendo io!
ancora minorenne con i miei l’indomani
ridevo sotto i baffi al commissariato prati
conosciamo te e soprattutto i tuoi amici
sappiamo cosa fai, dove vai e cosa dici
ho risposto: “vi conosco siete miei nemici
e no, no… io non parlo con gli sbirri”
non è finita là ma qualche mese dopo
ho lasciato quel mondo a testa alta da uomo
amici che non sento ma rispetto in curva si canta
ma ho imparato lì il gioco del silenzio
e tanti altri valori, le palle, l’onore
la fratellanza e l’odio per ogni guardia
che non si scappa tutti fino alla fine
chi si salva, chi preso, chi in ambulanza
ho cambiato strada ma no, no la vita
anzi la mia vita qua è peggio di prima
mille cazzi a casa, io da solo in stanza
ho conosciuto mille troie ma mai una ragazza
mi stendo sopra un foglio sì, la penna danza
scrivere canzoni è come andare in vacanza
che eleganza, senza cravatta ne è valsa la pena
camicia a fiori di un’altra gal-ssia ti è apparsa
un po’ aliena, che scena!

[strofa2]
da pisch-llo col grembiule già c’avevo lo stile
e già sapevo che pure il migliore amico può tradire
ma uno vero c’era, già pazzo dalle elementari
10 persone a casa in 30 metri quadri
dopo che è morto andrea, ha dato di matto
il suo nome sul braccio, le prime canne al parco
penso a tiburtino terzo per 2 etti e mezzo
da piccoli la vita già non era uno scherzo
coltello e medicine nel marsupio prima cl-sse
vest-ti al mercato, polo fred perry false
bocciato e ribocciato poi lasciò la scuola
e scelse la strada sì come sua sposa
non ti vedo né sento da anni
chissà quanti danni, chissà quanti drammi
chissà quanti grammi, chissà quante armi
so che ti manco, sai che mi manchi
il fascino di strada poi m’è rimasto in testa
rispetto chi rispetta, uno sguardo e ci si pesta
e se mi tradisci, ti giuro non perdono
ma come preferisci? mezzo verme o mezzo uomo?
ti citofono a casa ma risponde tua madre
mani in faccia al muretto fino a farti scappare
non giri in quartiere sennò prendi la sveglia
la donna di un amico? ma ne è valsa la pena?
la gente non sa perché ho iniziato a farlo
avevo 13 anni e festeggiavo il capodanno
un amico è morto d’infarto, che disastro
penso sempre a lui ogni primo gennaio
e piango, pensando, al secondo anno delle medie
ai fiori sul tuo banco, al torneo di calcio
alla morte di un amico, di un coetaneo
alla bara bianca che toccavo, per dirti ciao!
al pugno alla finestra, alla prima bestemmia
alla sera in cui ho dato il tuo nome a quella stella
ho ancora quel tuo coso per i botti come regalo
profuma di polvere… polvere da sparo!
profuma di polvere, polvere, polvere
profuma di polvere, polvere, polvere

[strofa3]
ora un salto nel presente per i miei fratelli a roma
chi studia, chi lavora pure senza diploma
chi lavora col padre, chi consegna le pizze
chi fa il cameriere, chi vende le strisce
a mio fratello lontano, roma novara cosenza
un rapporto come il nostro frate mica si spezza
tu sul campo, io sul palco frà so che rideremo
pallone e disco d’oro per noi part-ti da zero


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