lirik lagu lanz khan & sick budd - la città che sale
[testo di “la città che sale” ft. dani faiv]
[intro]
“tentazione di un linguaggio mitico e simbolico, è l’infantile sole che irride la scena umana di una baruffa del 1911
è una scena che prelude ormai all’epica visione de “la città che sale”, opera lungamente sognata e tormentata
è la periferia di milano”
[strofa 1: lanz khan]
odio come un misantropo nella merda
il mio viso è una statua, frà, jacopo della quercia
ho schivato tutte le coltellate di ‘sto mondo e, schifato
ho dipinto le mie stelle, schifano (fai schifo)
il mio dresscode, țepеș flow
frà, mi godo la vittoria in silenzio, depechе mode (ah)
svomo al suolo e caccio un pollock
i lampioni nelle strade sono oluce atollo
vuoi le picche? dal mazzo gioco l’asso noir
nei bar l’aria è pesante, pare l’assommoir
giovane agnelli (investo) gauguin e bacon
duro in cocaine, non duri un secondo_
dovunque vada bevo spesso liquori
la faccia non migliora anche se il cesso è ginori
ferri nei ferrè, la pioggia è di caol ila
mi perdo nei suoi marmi, bonaparte paolina
[bridge: lanz khan]
ho al sicuro tuttecose, la mia bank è lloyd
kate moss nuda in posa, faccio lucian freud_
a milano puntiamo in alto, alvar aalto
la radici sono sempre sull’asfalto
[ritornello: lanz khan]
guarda la città che sale, che sale, che sale
ma attento, quando scende fa male
guardo la città che sale, che sale, che sale
la moda, la bamba e il messale
guarda la città che sale, che sale, che sale
ma attento, quando scende fa male
guardo la città che sale, che sale, che sale
la serpe, il gorilla e il maiale
[skit]
“è la periferia di milano”
[strofa 2: dani faiv]
siamo caduti dal podio, però nessuno c’ha spinto
era amore ~ odio come il mio ultimo intro
il veleno ti uccide se non ti accorgi del morso
fino a che non ti ritrovi senza pancia e stomaco
per fortuna ho sempre avuto i giusti presentimenti
la paura bussava ma a casa mia non è entrata
una lettera che cambia il modo in cui ti senti
la compagna giusta, ma la compagnia sbagliata
mille nomi, sembran pagine gialle
i fogli se li colori non son più pagine bianche
madri campano generazioni sempre più stanche
in silenzio senza voglia di parlare neanche
solo dio, se è vero, sa quanto cazzo ‘sto mondo è triste
sono io che vedo tutto nero
tu inventi un bianco che non esiste (forza)
se ti chiudi solo vivi solo di sensazioni
tu non mi studi, mi vivisezioni
[ritornello: lanz khan]
guarda la città che sale, che sale, che sale
ma attento, quando scende fa male
guardo la città che sale, che sale, che sale
la moda, la bamba e il messale
guarda la città che sale, che sale, che sale
ma attento, quando scende fa male
guardo la città che sale, che sale, che sale
la serpe, il gorilla e il maiale
[outro]
“è la milano che accoglie i vasti fermenti simbolisti ed impressionisti dell’inizio del secolo e che suscita nell’ingegno agitato del pittore una crisi spirituale decisiva”
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