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lirik lagu la kattiveria - il suono del gong

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gong, al suon del gong
gong, al suon del gong
gong (ehi la folla si accalca, si sente il boato, nessuna pietà, vuole il m-ssacro)
gong (conosce i suoi pugni, conosce i suoi segni, quadrato segnato dai quattro sostegni)

è la storia di un pugile
la gloria che porta un sentimento più fragile
anche se agile la rabbia scatena la lacrima più facile
la bestia è docile
m’alzo e m’abb-sso rapido, un balzo, un falso p-sso, miro al viso, coll-sso, inc-sso un colpo b-sso
lucido in mente un momento da ragazzo
lento, eterno è il sole fra le fronde
un momento d’inverno
sono giù al tappeto, ril-sso il mio corpo
raccolgo energie, mi alzo di colpo pr-nto al nuovo scontro
trenta secondi, fuori la furia
l’abbraccio è liquido, viscido, non ti mollo nonono
nuovi scatti, lavoro ai fianchi, ho ancora fiato, tengo botta
non mi stanchi, bianchi paradenti soffocanti con la bocca rotta
sento il peso perso arreso, sottile filo teso in schiena contro la corda
adesso posso, so che posso, abbatto il colosso
porto il pugno al volto, doppio p-sso, p-ssa l’uragano col sorriso da pazzo
concentro energie in centro, abb-sso il baricentro
cerco il varco, attento, un movimento lento, sei al tappeto, k.o
tinto di rosso, il volto sconvolto, tanto il sangue non significa molto
un gioco corpo a corpo, sfogo nascosto
due uomini si batton la vittoria per il k.o

(il giovane pugile non si lascerà stendere, senza uscita tranne la vita, niente da perdere)
gong (tutto dipende da come sa prendere e rendere, pr-nti i dolori del giovane werther)
gong (il giovane accusa dolori alle vertebre, ma anche se avverte dolori non intende scendere)
gong (il giovane in erba, inerme, inerte non vuole perdere ma prende pertiche a braccia aperte)

guardo troppo in b-sso
tengo la guardia troppo in b-sso
per questo inc-sso p-sso per p-sso, m’abb-sso
ora basta che alzo lo sguardo al mio astro
al mio astio, rinasco, risalgo sul palco cosparso di gr-sso
già so dove p-ssano, come cascano, non m’incastrano
trap-sso la n-ssa
fatta la falla qua è la falsa calma piatta
qua il man m-ssacra la faccia, perde sangue e acqua dalla ganascia
ma marca male, santa madre
ma quale male? ma man non m’ha cambiato
non reggo il contrasto con l’artro dell’altro
se non lavoro di incastro [?] sull’altro lato del quadrato
ossi rotti, occhi rossi, polsi morti, morsi ai polsi, occhi gonfi e cotti
troppi colpi corti, colpi storti troppi
troppi colpi sporchi, non è più sport qui (è guerra tra mostri)
ricorda: non è solo la forza che vale
al suono del gong attacco senza guardare
(gong, gong) sp-cco il setto nasale
aspetto che l’altro scenda, s’arrenda, non si riprenda dal male
punta alla [?], qui conta la scorza, ricorda
perde chi crolla, non mollo, lo incollo alla corda
punto all’aorta, non scordo sta botta di nocche in bocca
porto rivoluzioni sul ring fino al knockout

gong (qua è colpo contro colpo, corpo contro corpo, contraccolpi di colpi colti in un corpo a corpo)
gong (spinge sul bordo ma si rende conto che gira attorno a sto dorso di [?] in un giorno)
gong (al 90% è già morto, maschio guantato, tatuato sul 90% del corpo)
gong (la boria schiuma a festa al plastico torso, [?] schiaccia la testa al m-ssimo torto)

fuori i secondi, ricordo i colpi inferti su corpi inermi
u.g. dai pugni chiusi e gli occhi aperti
è in perfetta forma e pr-nto all’attacco
alle spalle un allenamento di corde, un sacco di sbornie e tabacco
intanto incanto col mio gioco di gambe
riduco l’altro ad una maschera di sangue ripugnante
ho il sinistro pesante e il destro devastante
il man qua scende giù il funk, guantoni, paradenti, mutande
jab, gancio, montante, pugile pratico
possiedo pugno, ritmo, colpo d’occhio e senso tattico
applico fondamenti, non stringo [?], niente
vivi tra sti giganti del ring, vieni
alle mie session con lo spar in faser
ondeggio sul tronco, io padroneggio la n0bile arte, senti
il colpo quando arriva non vedi conto quando parte
il mio rivale è irrilevante e sta distante
costante è l’-ssetto, non aspetto, esigo rispetto
sono un pugile vecchio, è da una vita che mi alleno allo specchio
mi proietto, avverto l’ira che pigia
finta su finta, ciò che spingo è materia grigia
la mia furia è omicidia e trasuda
non c’è gara tra un m-ssimo e un piuma maschio, tu getta la spugna
schiuma la bocca perché ottengo ciò che merito
u.g. sconfigge prima del limite per k.o. tecnico

gong, al suon del gong
gong, al suon del gong


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