lirik lagu la crème - popolo di sordi
[verse 1]
ehi yo amico, c’è jack the smoker sopra al micro
sono talmente avanti che ‘sto pezzo è già finito
quando c’è mace che stende un beat c’è un m.c
giochi di prestigio, fai la fine di houdini
il nostro cielo piange, ne usciamo con più motivi
tu cozzi contro noi, sono cresciute stalagmiti
ho il siero come una siringa contro chi l’ha già data vinta
e chi parla solo perché c’ha la lingua
attingi alla mia fonte e supera questo ponte
alza il tuo sguardo dritto in alto, verso l’orizzonte
visuale a 360°, mentre cadono gravi
i versi ignavi miei, restano lì soavi
m.c. allo stato brado, nel mio intorno
qualche selvaggio sente il richiamo della foresta come london
jack the smoker, il n-bile sul seggio
ma troppi eventi qua mi puzzano come il taleggio
proclamo la rivoluzione a un popolo di sordi
ciò che conta è il futuro eppure è preda di ricordi
troppi risvolti negativi dettano i miei p-ssi
man mano che cammino nelle scarpe trovo m-ssi
non s-ssolini da routine, know me?
ho una vita davanti, le favole le lascio ai fratelli grimm
ho un obiettivo, stronzo, che dici sul mio conto?
procedo con una meta, non vado mica a zonzo
[hook]
ehi yo, proclamo la rivoluzione a un popolo di sordi
troppe domande, troppi eventi andati storti
giorni controvento, combatto contro il tempo
lontano dal traguardo ma almeno, amico, ci tento
ehi yo, proclamo la rivoluzione a un popolo di sordi
troppe domande, troppi eventi andati storti
giorni controvento, combatto contro il tempo
lontano dal traguardo, ma almeno io ci tento
[verse 2]
m.c., impugna carta e penna e prendi nota
ho resoconti cronologici della mia vita
nella mia testa oceani di rime e fiumi di porpora
chi mormora alle spalle dietro sbarre, come tortora
volevi la rivoluzione, ogni mia rima
esplode alla hiroshima, taglia come ghigliottina
chi ambisce ad un complotto, chi mangia nel mio piatto
è preda di una furia che manco nel ’68
il mondo è una sfera, per questo non quadran le cose
giornate noiose concluse da un’altra overdose
di seghe mentali ma senza un ergo
amici mutanti: li avevi davanti, ora ti voglion da tergo
diffondo il verbo fra stranieri, cazzo, non ci si crede
non so se sono a casa o nella torre di babele
se sto ingerendo aria oppure gas nervino
ho un amico vicino oppure è solo un -ss-ssino?
‘fanculo, troppi dubbi, troppe domande
troppo corte le sere con un progetto più grande
di mangiare, cagare, pisciare, dormire
ho mire più rare, mi trovi sull’ago di ogni fienile
l’ago nel pagliaio, cago sopra al tuo saio
ho museruole ma comunque sai che non ti abbaio
contro chi si atteggia regno e domino
voi stupide pedine, cadete in poco come con il domino
[hook]
ehi yo, proclamo la rivoluzione a un popolo di sordi
troppe domande, troppi eventi andati storti
giorni controvento, combatto contro il tempo
lontano dal traguardo ma almeno, amico, ci tento
ehi yo, proclamo la rivoluzione a un popolo di sordi
troppe domande, troppi eventi andati storti
giorni controvento, combatto contro il tempo
lontano dal traguardo, ma almeno io ci tento
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