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lirik lagu kevin kalvin - anna frank

[testo di “anna frank”]

[strofa 1]
mi sento anna frank, chiuso nella stanza
pensieri mi tormentano, abbondo di fattanza
non ho un diario, mi sfogo su ogni traccia
non ho la ragazza, mi sbatto chi mi capita
non ho una libreria, volo via con ryan
non mangio come un tempo, mi manca la mia mamma
non mangio con mia mamma, mi manca la mia mamma
non mangio come un tempo, mi manca la mia italia
la pizza qui fa schifo, per non parlare della pasta
sono dimagrito, mamma è triste se mi guarda
ho perso l’appetito, non mangio prima di una, uh
se torno non ho nemmeno il tempo per stare con mia mamma
kennedy mi abbraccia, lacrime sulla faccia
prendo un nuovo volo, sorvolando la francia
appena tocco il suolo sono già per strada
vado oltre il limite, volo oltre manica
lei è arrivata al limite e dice che ormai è stanca
però ne voglio ancora, però ne voglio ancora
ho toccato quattro cifre, però ne voglio ancora
ho fatto sacrifici e ne sto facendo ancora
scappando da razzisti e sto scappando ancora
man f~ck that
[interludio]
diranno che esagero ma non sanno cosa vuol dire portarsi dentro fin da sempre le cose che ti dicono come se fosse niente, non sacco come ci si sente ad essere emotivamente scalfiti, non sanno cosa vuol dire dover tornare a casa, sentire certi pensieri, risentire certe voci, rivedere certi sguardi e sentirsi impotenti. fin da piccolo hanno sempre cercato di farmi credere che la mia pelle fosse uno svantaggio ed evidentemente lo è perché se nasci nero devi sbatterti il doppio per stare sul livello, per ottenere ciò che vuoi o semplicemente per stare a galla. quanti là fuori subiscono ingiustizie ma non sono forti abbastanza? quanti altri come me per quanto amassero l’italia, per quanto siano fieri di essere nati in italia, son dovuti uscire perché si sentivano soffocati? quanti vengono discriminati ma non, ma non hanno fatto niente? poi diranno che “i negri hanno fatto questo e hanno fatto quello”. come biasimarli? ormai il pregiudizio è così alto che se, anche se non fai niente ti tratteranno comunque come qualcuno che ha fatto qualcosa. siamo studi man

[strofa 2]
mi sento anna frank, hey, mi sento anna frank
vengo discriminato dalla società in cui son nato, hey
vengo discriminato pure se vado al mercato
ho preso il volo solo per sentirmi un po’ più libero
sto diventando un uomo però infondo sono un bimbo
pensieri mi tormentano, coloro il mio respiro
vorrei restare sobrio ma così mi sento vivo
pensieri mi tormentano, buffo un po’ e li elimino
vorrei restare qui ma il futuro non si fa vivido, ah
il futuro non si fa vivido
non gli frega di come mi sento, non gli frega di cosa provo
non gli frega di cos’ho bisogno, sono solo un altro negro
e nel paese in cui son nato, non ti accettano se se sei nero
fanno finta di accettarti ma non ti vogliono per davvero
brutti sguardi quando esco, brutte facce quando esco
sono solo un ragazzo ma per loro sono un negro
ma per loro sono un negro
sono solo un ragazzo ma per loro sono un negro
come ti aspetti che mi atteggio se mi giudichi prima che steppo
se mi fissi quando entro, se respiro mi chiami negro
ma non siamo nel sedicesimo
siamo nel ventunesimo e ne son passati quattrocento
da quando ci prendevano e ci scambiavano tipo yu~gi~oh
oggi si lamentano se cerchiamo un futuro
fratelli sono morti cercando un futuro
fratelli sono morti in mare, sorelle sono morte in mare
il 21 marzo è stato fatto per ricordare
il 27 gennaio è stato fatto per ricordare
ma a che serve ricordare se non hai imparato niente
se non è cambiato niente, se non hai cambiato niente
la gente muore in strada e non gli frega ancora niente
però amo la mia pelle, però amo la mia gente
hanno cercato di cancellare ma come facciamo a dimenticare
come facciamo a dimenticare
come facciamo a dimenticare
più di 12 milioni, trasportati sulle barche
più di 300 anni barattati come carte
e ancora al giorno d’oggi ci volete discriminare
e ancora al giorno d’oggi ci lasciate morire in mare
questo è il mio diario, mi sento anna frank

- lirik lagu kevin kalvin

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