lirik lagu kermes - poeti dall' inferno
[intro: film “poeti dall’ inferno”]
-forse gradirebbe leggerci qualcosa dopo cena…
-no, non lo gradirei
-perchè no?
-non mi va, non leggo mai le mie poesie
-tutti gli altri poeti lo fanno
-non mi interessa quello fanno tutti gli altri poeti
-non credi che i poeti possano imparare l’ uno dall’ altro?
-soltanto i pessimi poeti
[strofa 1: kermes]
l’ avversità mi mancava, finché poi non mi vidi
inciso con una clava nella sabbia degli smarriti
l’ ingegno non si lava dei pensieri tramort-ti
lo spirito è una cava, coi veleni trogloditi
dammi energia, fammi sorvolare
da questa empatia, che non mi sta distante
musica anestesia, il dolore poi ricompare
l’ importante è che va via, per farmi respirare
dove devo, vedo e vado, non mi tiro indietro
tu oramai sei schiavo già da tempo dell’ impero
il cuore che va a tempo col beat che mi sta dentro
non credo a ciò che vedo, ma vedo cosa credo
eppure non capisco del perché la gente mente
mentre corro questo rischio, fischio, agitatamente
mi mischio e poi fallisco patisco le conseguenze
mentre insisto e resisto sprovvisto di esperienze
ma noi siamo incoscienti, i pazzi della sera
-ssaggi prelibati, di cultura azteca
i poeti dall’ inferno, incendio nella primavera
personaggi inventati, tratti da una storia vera
[strofa 2: verso]
guarda bene e dimmi che cosa vedi adesso
vedi un povero stronzo che cerca si un compromesso
giudice del mio io scioglimi da me stesso
vorrei scrivere il vero purtroppo non mi è concesso
mentre mi guardo allo specchio frate vedo solo polvere
rinchiuso nella mia testa con la paura di impoldere
no sopravvivenza, una vita che sento mia
a me sembra una impresa tu la trovi una pazzia
io sono un detrito, una luce esplosa
o forse una poesia magari non quella più bella
ma esattamente come fa una nebulosa
da residui incandescenti faccio nascere una stella
io non punto al podio ma diretto al primo posto
e per arrivarci giuro pagherò qualsiasi costo
a me non frega un cazzo tanto meno di piacere
io di dico ciò che voglio, prova a farmi tacere
ancora che ci provi? tempo b-ttato
perché posso non parlare e rimanere nel silenzio
se stringo la penna il foglio ti arriva stampato
ed è per questo che da questi stronzi io mi differenzio
non pensavi io fossi in grado, sbagliato
sento il tuo nuovo disco hai floppato, peccato
a me frega nulla del rispetto di sta gente
perché pensano da cani e dopo parlano per niente
[outro: kermes, verso]
-e tu mi chiedi perché mi perdo nei fragori
l’ unico modo di conoscere i propri dolori
sei destinato a dubitare finché non muori
riscrivere l’ arte e lasciare che ti divori
-tu lo pensi veramente, io non trovo soluzione
nei meandri della mente l’ ho cercata in ogni dove
nei confini della stanza e nel cielo più nuvoloso
ho preso in giro me stesso pur essendo permaloso
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