lirik lagu k19 project - faccia a faccia
[verse 1: niero]
sono usciti e mi hanno circondato
si sono uniti in un attacco combinato
sono gli spettri delle mie profondità
è uno sporco posto il sottobosco delle logica
io ero già pr~nto mentalmente ad affrontarli
il loro approccio poi è talmente da codardi
è un faccia a faccia inconsistente e non mi turba
faccio come fosse niente, poi svaniscono nel nulla
[verse 2: sierobrownie]
pompa lo speaker, la mia voce ancora fuori
in fissa coi pensieri e cori dai balconi
faccia a faccia col destino mentre medito
col peggio di me stesso ne esco gelido
suona siero, cassaforte, siamo a dritta nella notte
come ciechi nella city cerco ansie e paure
faccia a faccia, suca forte, rime come nocche
guerriglieri nella city senza mezze misure
[verse 3: joe schiera]
sputo sangue sopra il beat ed alzo il terzo dito
su ogni politico sciacallo e sopra ogni partito
siamo partiti dall’eden, colpa del libero arbitrio
da quando l’uomo ha mangiato il frutto proibito
faccia a faccia con la morte, lancio una moneta
la faccia della sorte è medusa e ha lacrime di pietra
l’apocalisse 17, 9~13
è arrivato ragnarok e ancora non volevo crederci
[verse 4: bk]
palermo dà, palermo toglie
ogni nove mesi caga stronzi con le doglie
dai balconi ti gridano “buena sorte”
residenti silenti benedetti da sante donne
figli della nostra tradizione
dal peccato originale chiusi nel girone dei dannati
marchiati come animali d’allevamento
questo non è l’epilogo, fra, è solo allenamento
[verse 5: mokaite]
si sa come si nasce, chissà come si muore
faccio i conti con me stesso, con la gioia e col dolore
so che il bene torna indietro perché il tempo è galantuomo
l’aspetto con pazienza nonostante sono al suolo
giro la clessidra per contare un nuovo giorno
mentre sfido quel fastidio, garantisce un suo ritorno
l’angoscia che mi assale solo quando sono a letto
faccia a faccia, c’ho un fantasma con dei battiti nel petto
[verse 6: ozone]
sfondo il cancello che mi impone questa reclusione
guardo palermo nel silenzio come fossi altrove
la notte cala il suo sipario sopra i tetti dei palazzi che silenti c’hanno i loro scazzi ai propri interni
accendo un’altra sigaretta dopo ‘sta scopata
fisso il suo culo ancora nudo ma si è addormentata
annego in nuvole di fumo, un’altra occhiata sotto casa
poggio il volto sul cuscino pr~nto ad un’altra giornata
[verse 7: untildagrave]
senti com’è:
la mente che immagina storie già viste
soldi e puttane sopra le riviste
viscidi umani e le loro conquiste
pensano ai nostri sogni
invece che ai nostri bisogni
fermati da sempre
per ogni
rivolta che parte dai borghi
poi penso al futuro
qua non c’è n’è uno
ma non chiedo aiuto
la gente è per strada: omicidi, casini
chiudiamoci in casa, restiamo vicini
per non affogare in un mare di merda con gente che muore coi propri bambini per colpa di un topo che sta in parlamento chiamato salvini
[verse 8: spasmo]
plano su palermo, anzi frate, resta a casa
a londra sforno sound fresco fresco di giornata
pane quotidiano di ‘sti tempi poco chiari
fra chiusure e barricate, resistiamo ad armi pari
tu dimmi che sto apposto in trenta metri quadri
io rispondo che mi salvo, fra, se sono coi miei cani
randagi per le strade no, non ce ne stanno più
ma palermo suona forte anche per chi non c’è più
[verse 9: schark]
ora che son chiuso, sono entrato nell’armadio
ho trattato con gli scheletri di un tempio abbandonato
il riflesso di chi spesso le sue spoglie ha tralasciato
per tornare nel suo corpo solo a scontro terminato
l’arsura che sussurra che tu stai bruciando dentro
ma da qui non puoi scappare se l’inferno sei tu stesso
io che attentamente punto e sciolgo questo specchio
notando pressappoco che non trovo più il mio orecchio
[verse 10: over]
vuoi
dirmi che non sei più come prima?
noi
pr~nti al cambiamento come il clima
stima
attivati ma prima
che arrivi il vecchio specchio pr~nto a tagliare la spina
sto fermo col mio “me” ma il “me” non c’è
com’è che gira per te?
non è che hai fatto granchè!
com’è che il mondo si blocca ma in fondo ci tocca riavvolgere la mente se la vita un’altra freccia ci scocca
[verse 11: jubbo]
faccia a faccia con il tempo e forse ci rendiamo conto
che le corse fatte prima non valevano lo sforzo
di ritrovarsi pieni di progetti ad ogni costo
ma poi con la coscienza che gridava verso un sordo
ora prendo tutto quello che per qualche strano verso non ho detto qui a me stesso e lo riverso nel mio tempo
per permettermi l’accesso alla parte più nascosta
cercando la domanda più che qualche mia risposta
[verse 12: azzardo]
vivo nell’era delle mascherine, ma ste rime
faccia a faccia col demonio, son rimaste vive
una borraccia di plutonio, una d’aspettative
ho dato fuoco ai miei fantasmi e mica sul narghilè
ma la speranza dentro un uomo è l’ultima a morire
è come danzare da solo in un campo di mine
ne sono uscito vittorioso, ma pieno di spine
se cadi a terra e ti rialzi non è mai la fine
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