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lirik lagu john princekin - il buio dentro i boschi

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[intro: rambo]
“potevo ucciderli tutti, potevo uccidere anche te. in città sei tu la legge, qui sono io.”

[ritornello]
non esisto, bro
provengo da una stella dove tornerò
fanculo questa terra, non mi volterò
voi non mi mancherete, non vi mancherò
io non esisto, no

[strofa 1]
poi se dubiti
spazzo via le tue barre inutili
erinni dai due pulpiti
ed umili profeti per gli ultimi
mentre il mondo cade nel loro strapiombo affondo
ma cerco ancora vite intorno scrivendo una combo
se non ne trovo poco importa
so che lo sentiamo
e poi grido il “ti amo” in una lingua morta
della gente non sopporta la testa fusa
io non gli do corda, è lì che accusa una porta chiusa
dove cazzo state? dentro due grate griffate
sopra il set, braccia firmate, stelle pimpate al led
e il silenzio dilaga sopra le note
vende libri di pagine vuote
noi bugiardi del sabato sera
che diciamo sempre che è l’ultima volta
ma non c’è storia
vuoi fottere con me? fai una pena boia
allora mett-ti a novanta ed inarca la schiena, troia
che ti penetro, spruzzo 6 cc di morte nel feretro
siete solo carne attaccata allo scheletro
scordami se non reggi i mostri che mi seguono
nel buio dentro i boschi sparisci come un riverbero
e ti ritrovi dispersa dentro te stessa
come è normale per chi pensa
basta poco per svegliarsi, può darsi
ma una volta visto il tutto non riesci a riaddormentarti

[ritornello]
io non esisto, bro
provengo da una stella dove tornerò
fanculo questa terra, non mi volterò
voi non mi mancherete, non vi mancherò
io non esisto, no
non esisto, bro
provengo da una stella dove tornerò
fanculo questa terra, non mi volterò
voi non mi mancherete, non vi mancherò
io non esisto, no

[strofa 2]
sono volti che confondi in un mazzo di carte
molti, troppi tramonti scambiati per albe
ma il cielo non è più grigio piombo
ha infinite opzioni di costellazioni riflesse sul volto
vola via ora che sei sola
oltre la follia di ‘sti cieli viola in laghi di carta stagnola
avremo modo per rifarci in questi tempi marci
intanto diamoci due abbracci nel nostro letto di stracci
quando la notte ricalerà di nuovo
sulla testa d’uovo di questo stupido uomo
cacceremo ancora i loro pargoli
infettandoli e aspettandoli agli angoli all’ombra di due licantropi
su, li porteremo su
oltre la prigione della pelle
ben oltre la piantagione di stelle
oltre l’universo misurato e misurabile
in mari di bolle di ogni cosa verificabile
su
oltre il quark, oltre l’atomo che li contiene
oltre le particelle che compongono ogni gene
su
oltre il dna, i globuli, il sangue che scorre a fiotti
oltre l’infinito che mi esce dagli occhi

[ritornello]
io non esisto, bro
provengo da una stella dove tornerò
fanculo questa terra, non mi volterò
voi non mi mancherete, non vi mancherò
io non esisto, no

[outro: rambo]
“lascia perdere. lasciami stare o scateno una guerra che non te la sogni neppure.”


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