lirik lagu irbis 37 - antidecente
[strofa 1]
la gente vuole il sangue, vuole il cuore aperto
vederti fatto a pezzetti
vederti fatto pezzente
io sono l’antidecente
per me le parole sono come noccioline senza sale
da masticare anche senza fame
fantasticare anche senza fare
detesta me per soddisfarti, che son soldi facili
devo ammazzarti per sentirmi in colpa
impasticcarmi per sentirmi un tappo in gola
e non sentirmi troppo
non vedi l’ora di sentirmi in gola
è per una ragione nuova, per sentirti sola
e per fortuna che c’è la tua amica che ti dà ragione
tu ci ridi con lei così sai perché e come
e tu ci ridi con lei così sai perché e come
[strofa 2]
questa luce è allucinante
quasi giusto dubitarne
boccadoro di città ai piedi di un palazzo
ma il me giovane era come un piccolo gigante
sul mio labbro un angolo di sangue
leggi un articolo di stampa
e dicono dell’italia che si mangia da sola
ma ripone nell’industria alimentare
le sue ultime speranze
tu a vent’anni devi, devi
questa vita a luci rosse
questa vita è giudicante
boccadoro di città
regala sorrisi
e non sa neanche di che parla
magica la colla rilegante, poco rilevante
mhm, le parole come le sento in bocca
se mancherà la forza quando sarò vecchio
la mia forma sarà meno densa
polvere nella luce che entra dalla finestra
[ritornello]
vorrei credere davvero che eri solo un’abitudine
vorrei uscire per la strada e urlare: “non mi fotte più di te”
uuh, vorrei vivere da solo e decidere, punto su di me
qualcuno con cui fare a botte nelle mie serate alcoliche
[strofa 3]
ero un bimbo quando ho visto il cielo nero per lune
e credevo di morire, stava diventando vero
p-ssavo un filo per le stelle come perline
e non sono sicuro fosse solo un pensiero
ho l’ansia che i ricordi possano scomparire
a volte devo scrivere anche per restare vivo
voglio le piaghe di cristo e metterci le dita
la terra mi tira al centro, nel petto ho una calamita
facciamo le foto -n-logiche e poi le guardiamo sul cell
questa luce è allucinante, non la voglio spendere
come una mosca io ancora ci vado a sbattere
se mi mangio le mani, giuro che non posso attenderle
foto -n-logiche da guardare sul cell
mi ril-ssa pensarmi come uno qualunque (ehi)
sono impazzito al 37 di fauché (ehi)
sono impazzito al 37 di fauché
[ritornello]
vorrei credere davvero che eri solo un’abitudine
vorrei uscire per la strada e urlare: “non mi fotte più di te”
uuh, vorrei vivere da solo e decidere, punto su di me
qualcuno con cui fare a botte nelle mie serate alcoliche
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