lirik lagu il falò - ritorno alle origini
intro
oggi il sole picchia forte, ne porto i lividi
il silenzio di chi soffre ci rende timidi
le debolezze nella notte ci rendono simili
gridiamo aiuto! ma son solo sibili
liberi di diffondere nel vuoto
ma in assenza di materia non esiste il suono
non esiste scopo, è un semplice gioco
non c’è un modo ma un moto da seguire
in questo viaggio senza fine
non c’è confine ma solo un fine
la vita una serpe con le spine tra le spire
amica o causa del nostro appassire
ma tu immagina:
un bambino che sorridе e che corre
una donna con lе doglie, una coppia che si scioglie
un anziano senza moglie sotto piante semi spoglie
a terra letti di foglie, piene di vita quando soffia forte tanto da sentirlo
la morte in natura è solitamente un altro inizio
per noi un corpo in picchiata alla fine del precipizio
esisterebbe l’uomo senza vizio
parlerebbe non ci fosse il pregiudizio
e se sparisse il credo del giudizio universale, i fedeli compierebbero le stesse azioni?
è tutto spontaneo o solo un obbligo morale? ci vedono profeti io astuti dittatori
siamo fluidi senza forma
adattati al recipiente che contiene e ci circonda
viviamo a tratti in stati di quiete sottile
per poi affogare come il sole all’imbrunire
strofa
chi sarebbe disposto a perdere tutto?
un lutto materiale mondiale del lusso
noi frutto dell’origine, ignari dell’origine del frutto
il tema del progresso non ha fine non ha un punto
non mi dilungo questa costa al giorno zero
vedo gente senza filtri ed un fare sincero
senza credo né politica, ma logica e rispetto
il resto è solo affetto personale, tra natura animali e persone
la questione che si pone è sempre come
sulla costa le onde battono per ore
il tempo corre senza un dove e quando
la domanda è se lo stai seguendo o stai scappando
stanco di ideologie comuni
nudi e crudi saremmo più interessanti e immuni
lupi solitari che si incontrano formando
branchi senza eguali crescono sfruttando
il talento da ogni membro con cui entrano a contatto
non c’è contratto ma solo un patto di sangue
fratelli condividono le stesse circostanze
siamo la flora su cui mucche cagano speranze
rinchiusi in gabbie
la parte in superficie è la forza lavoro
sotto radici sono motrice di noi stessi
e di ciò che c’è di nuovo
responsabili dei gesti degli effetti e del suono
che assume questo luogo questo uomo
venuto su come cemento per mano d’altri per mano d’odio
se l’unione fa la forza e il conflitto coalizioni
una guerra interstellare fa vaporizzare distinzioni
di colori, culture e opinioni
sotto un’unica bandiera sotto gli stessi plotoni
una guerra a pallettoni di vernice
per ridare vita al mondo in bianco e nero da cenere a fenice
ma l’uomo è viziato e tende ad essere infelice
e questo è il risultato che più gli si addice
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