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lirik lagu il falò - abbraccio di cemento

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strofa 1
metropoli in cemento, attici di legno
gli diamo vita dentro perché fuori è così spento
io che urlo contro questo, per fermare in testa il tempo
frate non inquina è certo! e lo dicevano spesso
guardati intorno non è più lo stesso
cerco il diverso stimoli nuovi, rimuovi e rinnovi il concetto
concerto di immagini in testa
rimorso di attimi rapidi tra un bidibì bodibì e un magica bu! la voce del tempo
invoca spavento
quando vivi il momento
e salti sull’attenti attento
rompendo il silenzio e a stento
ti accorgi che stavi vivendo
spazi rubati da corse, domande chе incontrano forse
io che cercavo rispostе ora voglio soltanto risorse vitali
il popolo in cerca di azioni virali
insiti in siti, artificiali
intimi a siri, confidenziali
istinti animali in rapporti sociali
vanno placati per essere umani
regole e leggi ci rendono uguali
standardizzati, accessoriati
fanno la droga per renderci schiavi

rit
guarda come tutto è così spento
perché circondati da cemento
ma in città nessuno si è mai chiesto
se in fondo in fondo serva tutto questo
ora sfiorati dalla noia che poi passerà
assuefatti da una droga che distruggerà
ogni lacrima è una contraddizione
non giudico dal gesto ma dall’intenzione

strofa 2:
ci siamo mai chiesti cosa ci spinge
a vivere in questi contesti? dimensioni finte
cure nei blister, cupe riviste rovistano fatti di cronaca nera
alziamo mura più alte degli altri per sventolare la nostra bandiera
bagheera sapeva come noi sappiamo
guardati attorno in che posto viviamo
sprazzi di luce si fanno largo
tra grattacieli e sculture di marmo
l’uomo riduce di anno in anno
il manto erboso coprendo di asfalto
senti che caldo, vedi che cancro che cazzo
osserva dall’alto ci stiamo allargando
no non vi è cura, non esiste chemio
no non vi è chiaro, non conta il dinero
prendete sti soldi, il potere e sul serio
andate a fanculo in un altro emisfero
non so se mi spiego
so che mi spezzo ma non mi piego
in un contesto del gener tantomeno
ci vorrebbe che intanto meno poi te lo spiego
sperando prego tu abbia capito
ogni tanto è meno l’aria che respiro
o quantomeno è ciò che pare a me
qua costa meno la vita che un vestito
allora ho deciso di lasciare nudo il mio essere
per non essere più investito
da questo malessere che c’è in giro
essere o non essere, ho già deciso
dato lo schifo ho preferito non essere
per quanto possa concernere
secernere anima e cellule
di notte come libellule
qua stanchi più si diventa grandi mentre dal cielo grandinano, grandinano
pacchi di spazzatura e schiaffi sperando che ci cambino, ma non cambiamo mai
rit
guarda come tutto è così spento
perché circondati da cemento
ma in città nessuno si è mai chiesto
se in fondo in fondo serva tutto questo
ora sfiorati dalla noia che poi passerà
assuefatti da una droga che distruggerà
ogni lacrima è una contraddizione
non giudico dal gesto ma dall’intenzione


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