lirik lagu giorgio laneve - la storia di febbraio
nel suo castello
oltre il mare, oltre i monti
oltre gli estremi lontani orizzonti
un giorno il tempo i suoi figli riunì
dodici figli e gli disse così:
“ora dovrete anche voi lavorare
laggiù nel mondo vi voglio mandare
dunque, le vostre bisacce colmate
con operose, serene giornate”
tutti i figlioli sedettero attorno
e in breve fecero al padre ritorno
ben trenta giorni chiudeva ciascuno
nella bisaccia e perfino trentuno
marzo per primo, sull’ali del vento
venne recinto da nubi d’argento
disse: “nel mondo, col tiepido sole
porto profumo di timo e viole”
e poi secondo, leggero l’aprile:
“faccio fiorire ogni stelo gentile
il biancospino, le siepi ricamo
e piglio i pesci, se abboccano all’amo”
ecco il bel maggio con dita odorose
colme le braccia di splendide rose
giugno, levando le spighe dorate
disse: “io vi porto la magica estate”
luglio ed agosto ai ragazzi studiosi
noi doneremo allegri riposi
e tu settembre, con rito più lieto
coglierai i grappoli da ogni vigneto
promise ottobre: “con cento pennelli
porterò al mondo i colori più belli”
anche novembre vuol farsi avanti:
“giungo portando con me tutti i santi”
col suo bastone poi arriva dicembre
portava in spalla un gran sacco di strenne
parlò gennaio: “io farò rifiorire
buoni propositi per l’avvenire”
così i figlioli ed il tempo amoroso
disse: “di voi sono lieto e orgoglioso
ma tu, febbraio, che cosa farai
quando lontano nel mondo sarai?
parla, ch’io possa anche te benedire
prima che tutti vi veda partire”
quello rispose: “la neve ed il vento
saranno in terra perenne tormento
dell’allegria spensierata che fu
solo la maschera porto laggiù”
subito il tempo interruppe sdegnato
e a febbraio si rivolse adirato:
“figlio, fra tutti i miei figli peggiore
figlio crudele e dal gelido cuore
voglio punirti” e dicendo così
dalla bisaccia gli tolse due dì
“sono i tuoi doni di gelo e di neve
ma sulla terra ti faccio il più breve
sono i tuoi giorni i più freddi e i più brutti
ma p-sserai più veloce di tutti”
tal saggiamente il buon tempo parlò
né il febbraretto rispondergli osò
prese quaggiù coi fratelli dimora
ed il più corto rimane tuttora
prese quaggiù coi fratelli dimora
ed il più corto rimane tuttora
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