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lirik lagu g speg - carte di credito

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[intro]
(la verità è che non esiste, non esiste alcuna verità, siamo troppo imbottigliati nella visione soggettiva delle cose che, ci permette di trovarla, e quindi rimaniamo addormentati)

[strofa 1]
la stessa pioggia di novembre
puntini sulle finestre
il mondo che scorre al di fuori del bar
pensavo che fosse colpevole
chi non reagisce sempre quando qualcosa di colpo non va
sono rinato con degli occhi diversi
ma non ti nascondo ciò che hanno visto quelli di prima
per certi versi sembrano sempre gli stessi
che ti videro in stazione partire con la valigia
e dimmi se sono pazzo
se hai ascoltato almeno un quarto
di ciò che ti ho detto ieri
ma dillo in fretta prima che il mal di testa mi stenda
piantato come una tenda, dimmelo ora che sono in piedi
credimi almeno per questa volta
niente compassione
mentre si chiude la porta
e vanno via le persone
la verità che ti lascia cadere sotto
col respiro corto
a tre centimetri dal suolo
se cadi lo fai da solo
passo le giornate a corto di idee
la notte poi mi fa da spalla, quindi non dormo mai
non puoi nasconderti dietro a dei “se”
fra commetti i tuoi sbagli, tanto passano i guai
e questo posto che non ti garantirà mai niente
è un mare in cui impari a nuotare se sei intelligente
guardati intorno e non dare retta alla gente
e ricorda che chi parla troppo mente

[ritornello]
sono partito per un viaggio
sono stato per tanto tempo lontano da qua
tra macchine di lusso e case da sballo
carte di credito sui tavoli tra fiumi di champagne
ma non ho mai dimenticato la fatica di chi mi stava vicino tutti i giorni
sento ancora la mia zona che mi chiama nella notte che mi chiede “quando torni?”
[strofa 2]
non cambierò chi sono stato ieri
ma oggi posso fare meglio
riaccendere il fuoco spento
sapevo di dover uscire dagli schemi
è troppo ciò che ho promesso
non posso mancare il centro
ho usato la fantasia per volare più in alto
la cultura e l’arte per formarmi un sottopassaggio
a vederli sembra facile fare questi soldi
come altrettanto facile realizzare i propri sogni
certi attimi passati al mondo come su una nave
la tempesta che pure i più grandi farà tremare
mio fratello ha detto che a scuola non ci vuol più andare
gli ho detto “fai male bro, è l’unica via per scappare”
tanto lo sai tutto dipende da una forbice
dico purtroppo perché non si chiuderà mai
educato dalla strada a vivere come un’ istrice
a correre tutto il giorno dentro un paio di nike
e se ripenso al tragitto mi vengono i brividi
ma guardo a dove cammino, anche se soffro di vertigini
tiro su gli occhi nei pressi di tratti ripidi
con le gambe immobili e gli occhi fermi rigidi
scapperò da questi soldi, dall’alcol, dal fumo
dai palazzi, agitazione, per strada nessuno
vita, dita aggrappate al bordo di un dirupo
tute, scarpe rotte, buchi in cui cadiamo, aiuto

[ritornello]
sono partito per un viaggio
sono stato per tanto tempo lontano da qua
tra macchine di lusso e case da sballo
carte di credito sui tavoli tra fiumi di champagne
ma non ho mai dimenticato la fatica di chi mi stava vicino tutti i giorni
sento ancora la mia zona che mi chiama nella notte che mi chiede “quando torni?”
[outro]
non chiedermi fratello chi ci salverà (no, no)
perché io non lo so proprio più
non chiedermi fratello chi ci salverà (chi ci salverà)
non chiedermi fratello chi ci salverà (no, no)
perché tanto io non lo so proprio più
non chiedermi fratello chi ci salverà (chi ci salverà)
non chiedermelo più (no più)
(non chiederlo)
it’s g!


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