lirik lagu frank la tanica - sabbia & rabbia
[testo di “sabbia & rabbia”]
[intro]
seh, seh, sa f~r~r~r~r~r~rank
[strofa]
con il sole che squaglia
piantagione carruca
sto facendo la muta
ostia è tutta ‘na buca
metto sulla mia maglia
questo mare mi dà una voglia di fuga
di salpare a tortuga
e di arrembare una barca
tiro su una muraglia
chiuso come una tartaruga
con la faccia nel bagnasciuga
e il muso pieno di sabbia
io col resto della marmaglia a riapparare la f~glia
sta città ti prosciuga l’anima e dopo se là magna (rap rap)
è il mio veicolo armato di cingolo
anche se cigolo e scivolo non m’arrendo
non m’abbindolo per uno spicciolo
alza il prezzo non mi vendo
ogni mezzo col diniego
vi disprezzo, non vi credo
io mi spezzo, non mi piego (ehi)
è il colmo che in questo manipolo di deficienti mi senta il ridicolo
‘sti reticenti non dicono quello che pensano, è come se ci fosse un vincolo
non mi fido e non lo nego
stappo le botti e vi cavo gli occhi
con il medesimo zippo nel modo che godo
se rendo il tuo vincolo in vicolo cieco
usfra ma non basta l’eskimese per calmarmi
né una paga a fine mese
io vorrei tanto non odiarmi
ma non posso
sono povero dentro e l’amore ha un costo
per questo quando guardo me stesso resto indisposto
mh, perché non riesco a reagire da questo posto
che sembra bello perché è il pontile ma poi è un mostro
fra amore ed odio sputo sangue e bile e quasi scoppio
la mia città m’ha dato tanto
ma m’ha preso il doppio
ho pochissimi cl!ck (cl!ck)
un milione di tic (tic)
tipo un euro e cinquanta quindi due birre dell’eurospin (spin)
ho tre paia di jeans (jeans)
buffi pure coi drink (drink)
finché vedo crimson peak “i’m the enemy of the state” (e quindi)
adesso vivo consapevolmente
prima non sapevo niente
cosa avevo in mente
fisso il beat nel pc bollente
chissà che bollette
ma non ricorrete all’ente d’enel di corrente
rincorrete sempre il sogno ricorrente
le tue track sono sonnolente
sono lente e sonnolente
il mio sfogo rade al suolo case al suolo assiduamente
schizzinoso
non bevo ‘st’alcool se non è scadente
non metterò mai giudizio a meno che non m’esca il dente
e non vivo senza una lira soltanto perché c’è l’euro
vivo per chi mi ammira e secerne amore fraterno
con chi pativa il freddo con me mi ha anche offerto un tetto
quando non potevo ritornare al letto perché sotto effetto
ho tolto gomme appiccicate con lo sputo da ogni posacenere
mi accascio in terra fra’ come si posa cenere
il mio capo pensava “questo idiota come osa credere”
che ci sia qualcosa ancora in palio su cui scommettere (ah sì)
beh ci sono io troia e quando dissi farò
strada e tu scoppiasti a ridere non m’hai tolto la voglia
è grazie a quelli come te che non demordo su sti quarti
perché prima o dopo torno e te lo sbatterò davanti
ho raccolto le posate da dentro la spazzatura
col sole che la squagliava e la puzza era una tortura
quel sacco sulle mie spalle sempre in punto di rottura
dal quale colava pesce rancido da una fessura
fracicava pantaloni calzatura
e quante volte volte sopra al vomito pacchi di segatura
tante almeno quante mi hanno ripreso per la postura
con l’arsura e della gente che ti guarda come uno scherzo della natura
e me sò rotto er cazzo (oh) (er cazzo)
e me sò rotto er cazzo (oh) (er cazzo)
se scendo in strada e strillo sembro pazzo
ma col rap mo posso dirlo
mi sono rotto il cazzo
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