lirik lagu ess quiss - gotham
[bigs]
il mio passato è in conflitto col mio presente
ricordo che mi sfiora e mi lacera lentamente
avanti per inerzia, stando fermo tra la gente
per salire con l’umore, il vino devo scende
ho un conflitto interiore che mi sbrana
perché ho lasciato una persona che mi dava
qualcosa che non ho più avuto, sì, cara: s’impara
senza il sole taccio: meridiana
il mio pensiero è andato in pensione
perché mentre nascevo lui moriva di ragione
parto, prendo e vado via per la mia direzione
cerco di cambiare in meglio ma cambio solo bancone
non cambio la rotta
io cambio la marcia
non cambio persona
io cambio la faccia
non cerco puttane
io cerco il magnaccia
io noto chi osserva, non vedo chi guarda
[pheik]
notte tarda, petto a petto con bafometto
similitudini di solitudini
faccio l’alba, senza una certezza
ho fatto il punto e si è ristretta la mia cerchia
io che ho lo spirito da visitors
dio c’è, nel paradiso di un bagno chimico
busso, ma è il paradosso di monty hall
in una c’è jacques renault, le altre celan glory hole
sai che fuori mo’ fanno del bene per défaillance
nessuno ha in bocca la verità
ed io condivido sogni senza la regia di nolan
ma il sole non sorge neanche con la magia qui a gotham
robin, noi siamo ronin
che se nel globo t’inglobi prendi i modi a mo’ di goblin
scopri di quanto sia astuta la lupa
ora che anche il più giuda nel gregge
si erge a pablo neruda
[andrea dono]
cambio veste, cambio testa
cambio solo per la paura che ho preso, evitando un guaio
apro teste, nella festa
strillano le gomme nella notte sulle ruote: motorpsycho
ho gli occhi aperti sotto la pioggia: blade runner
pupille dilatate, niente può bagnarle
connessioni con più culture di quante tu possa farne
se non capisci la mia visione, non devi parlarne
una presa in diretta sulla steady cam
mi bastan due secondi e faccio il panico alla sheringam
smettila di stare sempre a fare la predica
se voglio sapere che fare, cerco i sermoni la domenica
mi tengo lontano ogni puttana isterica
per non dargli troppa corda fra le mani, come ad un’ostetrica
siamo luce da triangoli in forma simmetrica
chi ha le ferite, non si piange addosso, si medica
[sicario]
sempre me stesso, volendo o non volendo
anche se ti confesso: da un po’ mi sto spegnendo
e ciò che faccio non confonderlo con ciò che penso
e se mi alzo lascio orme pesanti sopra un quaderno
perché il mio spirito no, che non soccombe
la rabbia che c’ho dentro rialza i morti dalle tombe
sfogassi ciò che ho dentro vaghereste fra le ombre
ed io sarò l’homunculus che strapperà la carne
con il motore in panne, ho gia infranto i desideri
accorciato le distanze, a un passo dagli alieni
il pasto piu completo della settimana io l’ho fatto all’eni
a fatijà dalla mattina: un pigro coi problemi seri
invado gli emisferi e non capisci di che parlo
in quanto la saggezza è in pillole compresse
un posto al quale sei legato come amianto
un solo colpo e ritorni un corpo celeste
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