
lirik lagu ernia - mi ricordo
[testo di “mi ricordo”]
[strofa]
quante cose son cambiate se penso a noi più giovani
c’è differenza tra sentire un fuoco dentro ed esser dei piromani
amici, voi questo volevate?
essere arroganti e nominare l’arte con cui vi giustificate, non ci credo
non è la musica, parlo degli uomini
di come pure con il grano possano esser poveri
un conto è farsi spazio e poi riempirlo con i mobili
un conto è aver lo spazio e accoltellarsi per star comodi
però io mi ricordo, d’estate rivedersi
fare il cеrchio per rappare, solo per appartеnersi
scappare per le vie senza prendere quelle cieche perché
o facevi il beagle o ti bucavan come un bagel
poi canotte in mutande di camicia
far nascere qualcosa come chi studia ostetricia
e finché è fare tanti soldi allora io concordo
ma gli uomini dimenticano, io invece mi ricordo
che voglio sp~ccar ‘sta roba, fare i milioni dal letto
ma senza camminar sugli altri, al salvo dentro ad un cerchio ristretto
c’è il rispetto per i numeri e quello per le persone
ma sembra non si sia capito quale abbia valore
se rispetto molto mirko è perché non dice malizie
e ne ha fatti senza aver selezionato le amicizie
chi ha troppo la puzza sotto al naso e non prova vergogna
è perché si sente ancora addosso la puzza di fogna
ma ricordo inverni alle panchine
quando mille euro eran molto meno di ciò che avevi da dire
quando dieci euro in canne la domenica era festa
senza i tossici di internet a inquinarci la testa
e le scarpe pulite in piazza con il panno
soltanto perché a volte eran le stesse tutto l’anno
se ti scordi chi eri, allora chiama e sarò pr~nto
se vuoi, te lo racconto
perché io mi ricordo che alla nascita di ognuno di noi si è aperto il cielo
un segno, una promessa di avere giorni radiosi
ma di ‘st’immortalità ho pensato di farne a meno
se vuol dire fare parte di un pantheon di dei greci litigiosi
macchine, collane, strette di mani sudate
quanto spesso mangiate con chi prima disprezzate?
e qualcuno si sentirà chiamato in questo appello
ma è il pesante fardello di saper fare il fratello
ma ricordo le otto in autunno fuori da scuola
andando in senso opposto mentre la campana suona
con l’ingenuità di veder nella vita solo i pregi
io falsificavo mamma, mario chi ne fa le veci
sognavamo un giorno e adesso il giorno è ora
ma ci vedo tutti tristi, la ricchezza non consola
e se a volte sembro duro nel parlare è che ci soffro
è che non ci riconosco perché io mi ricordo
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