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lirik lagu enzet - lasciami stare

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lasciatemi stare
che ora non mi va di parlare
mi si è rovesciato il vaso di pandora dritto nella giugulare
manco riesco a immaginare di poter rimarginare
il taglio che da dentro mi divora ma lasciamo stare
lasciami stare da solo: non mi conviene
essere buono con chi a me non ci tiene
verso etilene sulle cantilene di queste iene, paradossale
far del bene mi fa male e farmi male viene bene
stiamo insieme soltanto quanto basta, non vi importa
mi schianto per colpa degli altri: una ruota di scorta
scorda chi ha voluto te ne and-ssi e vuol darti il bentornato
cento p-ssi con sti stronzi e hai il cuore deformato
ho corso con loro nell’anonimato
mi è mancato il fiato, ho chiesto soccorso e nessuno mi ha aiutato
ho preso il mio percorso e l’ho reindirizzato
cammino solo e il ruolo degli altri è miniminimizzato

lasciami stare da solo
lasciami stare da solo
lasciami stare da solo
lasciami stare
lasciami stare da solo
lasciami stare da solo
lasciami stare da solo
lasciami stare

mi son proposto di scappare da sto posto triste
ma il posto giusto in questo mondo proprio non esiste
resto nascosto nel bosco delle mie fisse
il buio qui persiste finirà mai quest’eclisse?
mi son proposto di scappare da sto posto triste
ma il posto giusto in questo mondo proprio non esiste
resto nascosto nel bosco delle mie fisse
il buio qui persiste finirà mai quest’eclisse?

la maggior parte dei rapporti finiti nel cesso
non scendo a un compromesso, poi vivo sconnesso
dal mondo esterno sto un inferno represso in me stesso
lasciami da solo ad urlare come un ossesso, spesso
p-sso giornate deformate dall’eccesso
senza chiedermi il permesso di andare oltre il concesso
fingermi sorridente, dipingermi l’espressione
convincermi inutilmente che queste persone
possano aiutarmi e darmi ciò che serve ma è impossibile
il mio sorriso fa scintille, verso combustibile
perlomeno non risulterò invisibile
l’indifferenza più totale è una condizione invivibile
fa male stare soli. con gli altri è peggio
non gareggio e non patteggio per il minimo punteggio
scheggio il mio buon umore, spero che a lungo andare
sarà bello stare solo nel frattempo lasciami stare

lasciami stare da solo
lasciami stare da solo
lasciami stare da solo
lasciami stare
lasciami stare da solo
lasciami stare da solo
lasciami stare da solo
lasciami stare

rispetto agli altri sono sempre un p-sso indietro
con almeno un metro di distanza manco avessi un vetro
di separazione che impedisse il minimo sorp-sso
chiedi come me la p-sso? non immagini che sp-sso

rispetto agli altri ne do sempre meno
e quando serve meno pugni sui legami che conserveremo
giusto per gusto: se son buono mi si accetta
se provo a peggiorare c’è qualcuno che mi aspetta
qui dove tutto va di fretta c’è qualcuno a cui interessa
ciò che sto p-ssando quando la realtà sta stretta?
la tristezza che mi spezza non si dimezza
resta la stessa e mi rifugio in castelli di cartapesta?
non mi risulta sono solo fondamentalmente
conoscenze in superficie, sulle fondamenta niente
bombardarle? più che “posso”, “devo”
sembra l’-ssedio di sarajevo, perdo ciò che possedevo
dicono: “fai quello che puoi, fai quello che vuoi” poi
non te ne danno l’occasione sti avvoltoi
nei corridoi che percorriamo non c’è inizio nè fine
un noi è solo un rapporto affine non oltre questo confine

lasciami stare da solo
lasciami stare da solo
lasciami stare da solo
lasciami stare


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