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lirik lagu elerbagì - salta (la fanfara)

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primo verso:
alla villa avevi gli occhi che ti brillavano
un po’ perché eri dolce
un po’ per l’amaro;
l’amore è un’altalena
da grandi è spesso una catena
che stanca regge un piano
gambe varicose, vanitose
gamberi a ritroso, nonno sulla scala;
era nella fanfara e
“quando c’era lui
le bugie non avevano il mascara!”
lui con il pollice verde
tu che mi attendevi come in codice verde;
chi non ti ha mai visto
non lo sa che si perde
con il sorriso di chi non lo sa che si perde
maria!
ti vedo che arrivi con le paste
con i giocattoli prima del divorzio
ero solo un bambino, viziato da quattro
in un quadro d’agosto

pre-chorus:

mia nonna chiamava i cani “bacchettoni”
“giuggiolone”,mi diceva “sei un tesoro!”
“lele guarda che è tardi”
“vuoi del pepero-pepero-peperoncino?”

“marcerò se canti
ma marcirò se parti
che un bersagliere ha sempre vent’anni
e quando muore farà sette salti!”

chorus:

(salta x7) x2

secondo verso:

la sorte ha in mano carte che non aspetti
anche se celi -ssi nei manicaretti;
ti ha preso una domenica in pigiama
ma quando lei chiama con la scure
è meglio che accetti!
mio nonno sei anni che ha le ville sfitte
ma “errare è umano” -sserisce
“che se dio ha il mondo in mano non avremmo scala richter
se lo poggi-sse mentre starnutisce!”
non so che gli piglia
si striglia
farfuglia e sbadiglia
si scorda
ma sa che ha una figlia della età di quella
che più non gli sembra sua figlia
fatti vecchi e battibecchi
nonna sei mamma di nuovo
e il tuo uomo è un bambino
col pennacchio, la tromba
ed un trampolino

terzo verso:

com’è che non hai mai sorriso in foto?
un rosario tra le mani
sottile come l’oro tra le spighe dei suoi grani
per te che ti dannavi, vedi?
la camera ardente non ti mette a fuoco
il parente ennesimo si stringe dentro a un gemito
si scorderà il trigesimo
ma il tuo ricordo brucia a un sole tiepido
il tempo non è denaro solo quando è debito
finita l’attesa
gremita la chiesa mi pare pure che
la vita è un impresa
funebre
ti spiega quanto è inutile starsi a rincorrere
morire lucidi e tornare polvere
cedere cenere celere!
va bene va bene purché
possa chiedere
di poggiare le mie ossa nel grembo delle tenebre:
fa che la mia fossa sia di venere


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