lirik lagu egreen - ulysses
fammi parlare, non è facile
capisci quando ti dico che non è facile
fare quello che sto facendo
ascolta
e quanto senti le pareti addosso e esplode il cranio
non respirare, soffri ancora perché è necessario
se per grattare quel che hai in mano è un misero cucchiaio
tu pensi troppo, usa le mani e sgobba fuori orario
e quando senti le pareti addosso e manca l’aria
non ti scordare perché fai quello che fai e sbaglia
perché a nessuno frega cazzi se tu vivi o muori
io li voglio tutti ubriachi senza pianti o fiori
lotto down sulla 9-5 yard line
la difesa mi guarda come se è pr-nta al drive-by
aspettano solo questo hot high
per tramutare la mia jersey in una maglietta 90 tie dye
ma io penso veloce non potrei fare altrimenti
a cosa cazzo pensi serva questa croce sulle spalle ai tempi
mi hanno reso quel che sono, guardo ancora tutti in faccia
mentre a sgamo portano la dignità al compro-oro
sto con le spalle al muro mai sent-to così solo
-ssurdo che sono qua ancora no matter quanti cazzo sono
tu hai preso ieri sottogamba il coraggio di un uomo
adesso è larva ultimo stadio in crisalide suono
sputo col bulbo oculare da triplo coro
nuovo zebedeo figlio del tuono do fuoco al trono
spaventosa e disarmante con sta merda la simbiosi
era già tutto scritto in pancia con ovaie e mitosi
30 anni dopo porto uranio, plutonio e neutroni
mentre in sta camera d’albergo mi strappo i neuroni
tu vuoi portare a casa il pane con il rap mo’ gridalo
ma quello schifo che tu chiami flow è celiaco
negli ultimi due anni ho fatto l’inimmaginabile
da fuori è impercettibile, sforzo incommensurabile
il ragazzo crolla spesso ancora perché troppo fragile
questi mi voltan spalle io pana volto ste pagine
il giochino delle parti? sì, giochiamole
nel mentre il messaggio per queste chiaviche è tastabile
riporto in auge un sottogenere che sfonda l’argine
tipo ricordi quella che faceva “faccio roma con cartagine”
ho scritto la mia merda senza maschere o demagogia
mettendoci la faccia da quand’ero in carestia
e io non sono l’affiliato di nessuno
t’hanno messo in fila ad aspettare ti sta bene papi chulo
io me ne frego se sei in crew con pluto o paperino
il m-ssimo che svolti è una bevuta e un pompino
e adesso uno alla volta sotto il naso la tua gran fan base
te la viene a prendere sto babbo di varese, mate
ho sempre fatto senza farmi un film
strofe scritte a mente in autostrada trascritte in un autogrill
negli angoli d’italia la sera con l’emicrania, pana
le pause pranzo di fretta mangiare aria
tu giustamente dici “chi è che t’ha obbligato, stronzo”
nessuno, ma ad ognuno spetta un sacrosanto posto
è solo una questione del peso che puoi sorreggere
e a dirla tutta mai stato bene in un gregge man
ma quale freestyle, quale cash pana
porta le tue strofe manda un beat
che poi smetti dopo sto clash pana
vuoi far le racaille? non basta dire wesh wesh pana
tu kiffes pas? bon alors tu vas m’respecter, pana
molti anni fa una persona mi ha disse
“nico ascolta, prima o poi nella tua vita avrai bisogno d’aiuto”
oggi che son stato sull’una e sull’altra sponda
preferisco stare a tavola col buono e non con l’astuto
la legge causa-effetto è qualcosa che non perdona
a volte non bastan preghiere manco se durano un’ora
e se mio fratello enzino si è fatto il vietnam
io sto scrivendo lettere a mia madre dalla siria in tenda
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