lirik lagu ¡dola theatri - lo scaricabarile
spari cazzate sull’antirazzismo, ma toglitele dalla bocca
quello è arrivato da un giorno, nemmen ti capisce, ma cosa gli importa
ora mi metto a parlare, le masse agitate faranno sommossa
amico immigrato, dai, calmo, non devi sprecare su me la tua forza
dal campo chiamano per la raccolta
ora zitti, lasciate che parlino i mostri
ascoltate senza rabbia, o catene ai polsi
tutto ciò che faccio è dirvi come la penso
ma mentre parlo voi menate me lo spieghi il senso?
certo, non è colpa mia
quello che ho detto si che lo penso, ma tu lo chiami follia
è solo riguardo un sano distacco, chiamala pure fobia
se ti solleva vengo a scusarmi ma è solo questione di etnia
se abbassi la guardia per un secondo poi ci rimetti la vita
chiamami pure cortés
cosa vuoi accusare? tu non riesci a ironizzare
la tua becera morale non ti aiuterà a capire che
tutto quello che ho detto non è scorretto
lo scherno non è il mio intento, non cerco il dissenso
perché è solamente uno scherzo
calmo, guardati intorno
non sono certo il solo
se sei oppresso dal flusso e ti credono un mostro
la colpa è soltanto del mondo
vi prego ditemi che sono nel giusto
shhh
stattene zitto, non ho finito, non mi chiamare né capo né amico
l’unica cosa che abbiamo in comune è il colore del nostro sorriso
vedi di starmi lontano, altrimenti i tuoi denti, poi, saltano via pure quelli
se devi parlare a qualcuno non farlo con dio per rispetto ai credenti
dimmi che è tutto un sogno
ma la verità
ride da dietro una maschera
tutto quello che ho detto non è scorretto
lo scherno non è il mio intento, non cerco il dissenso
perché è solamente uno scherzo
calmo, guardati intorno
non sono certo il solo
se sei oppresso dal flusso e ti credono un mostro
la colpa è soltanto del mondo
è il politicamente corretto che governa questo scempio
se trasgredisco è per cercare di restare in salvo
mi avete costretto
cristo, è finita, sono alla porta
guanti, stivali e nera la tuta
stanno bussando
no, non c’è scampo
come nascondo quei 20 in un lampo?
entrano, sbraitano: “mani sul tavolo!”
io resto attonito, senza un vocabolo
tengo a cucire dei profughi sottopagati soltanto perché
c’è chi li porta da me
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