lirik lagu diddo - lettere 2
ciao diddo, ti scrivo, dopo tanto tempo
era compendium, ormai è più di un anno che non ti sento
come stai? purtroppo io non me la p-sso al meglio
anzi sinceramente per certe cose sto persino peggio
sono jordy, quello che dice di seguirti da una vita
quello che scrive tutto questo, a volte sino alla mattina
quello che la notte non dorme ed impugna la mat-ta
quello che ha tentato quest’anno di farla finita
no aspetta, scusami, sto correndo troppo
poi non mi segui più se perdi il filo del discorso
è che sono successe cose, mi sono sent-to morto
e ancora mi ci sento, ma non scappo da sto corpo
ed effettivamente nella lettera dell’anno scorso
non me n’ero reso conto ma non ti ho parlato molto
non mi sono aperto, ma per paura verso il mondo
o perché c’era ancora la speranza per ciò che avevo intorno?
perché sì, ero triste, forse ancora innamorato
ero depresso, distrutto, ma in qualche modo fortunato
le cose ora son diverse, io sono cambiato
ma lo ha fatto pure lei, e questo mi ha m-ssacrato
perché sai, a volte, riesci ad avere un punto fermo
un faro, un abbraccio, quando è tutto orrendo
poi se lo perdi, fai a botte con te stesso
ti guardi allo specchio e inizi a odiare quel riflesso
ti scrivo mentre sono a letto, e tremo, è gelido
non sono abituato a dormirci solo, non lo merito
e tutto questo è come stare in cima a un monte, in un eremo
dove il mio cuore non batte e chiamo invano un medico
e pensa che tutto questo l’ho fatto con le mie mani
tutto mi spaventa, se chiudo gli occhi temo il domani
un fiore avvizzito sballottato dalle onde
che galleggia in mezzo al mare e ha paura della sorte
e spera che le correnti lo spingano sulle sponde
dove ci sono lei, e i suoi baci tra le onde
ma lo sa che sott’acqua ci sono bestie immonde
che lo porteranno a fondo faccia a faccia con la morte
a monte ogni mio piano, ogni proposito positivo
ogni progetto che prevedeva il sentirmi di nuovo vivo
ho fallito, lo ammetto, non ci son riuscito
ho rattrist-to i miei genitori ed il mio migliore amico
e sono stanco perché sento mia madre che piange
quando vede suo figlio non reggersi sulle sue gambe
mio padre sperare di aver cresciuto un grande uomo
e ritrovarsi un debole con la fobia dell’abbandono
e te lo giuro, io ci provo, ogni giorno ad esser forte
ogni giorno mi dispero e prendo a pugni quelle porte
che mi ha sbattuto in faccia non credendo al mio amore
all’ardore di un ragazzo che ora piano piano muore
ce l’hai presente, quando ti senti onnipotente
hai il mondo nella mani, sei ammirato dalla gente
la mente è libera, qualsiasi problema è irrilevante
perché hai accanto chi sa farti sentire così importante?
ti fa sentire unico anche in mezzo alle persone
ti fa pensare che non possa esistere la depressione
ma un treno a volte deraglia, non va a destin-z-one
e il nostro purtroppo non è mai arrivato alla stazione
e forse, tra tutte le altre, la cosa peggiore
è quando tutto accade per una piccola distrazione
il nostro non è uscito dai binari per un grave errore
ma per un cazzo di problema di mancata comprensione
non l’ho lasciata perché non ero più innamorato
ma perché mi odiava, mi odiavo, mi sono reputato
solo un fastidio per lei, io me ne sono andato
per liberarla di un problema che non avrebbe meritato
forse per quello nel tempo l’affetto è rimasto vivo
scrivevo alla sua migliore amica, con il solo motivo
di sapere se avesse preso il tanto voluto gattino
e immaginarla felice trattarlo come un bambino
scusami, chiudo qui, sto piangendo mentre scrivo
tutto questo mi devasta, sono troppo emotivo
con le lacrime sul viso, ho scelto male al bivio
prima odiavo la mancanza, adesso ci convivo
[outro]
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