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lirik lagu dark novel - mano

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[strofa 1]
morto per la morte, morto per la vita (morto)
ma vita è laudano, aliti in un contagocce
in un portagioie, messalina resta a testa china (zitta)
chioma corallo suona un ballo di ciocche
sì, ti uccisi, feci d’ali i tuoi intestini
narcisi, ricami sui tuoi abiti lisi
non per amor che abbi divisi (no, no)
per rasoi intrisi in cremisi e raso
ma il trapasso guarda al caso, re dei sospiri
principe del vento, ho un amor da odiare (l’odio)
tale da far male a falene tese, protese
procacciando fiamme spente o accese
rendimi il tuo stupore (rendimelo), cavalier cortese
pudore mai nato mi hai dato un cuore fiabesco
mi hai chiesto se sparisco in un liscio derviscio (maledetto)
derivo da visciole amare, imparo ad amare
un fato in cui solo io mi compatisco

[ritornello]
non importa sai
cosa penserai
ché tanto questo viaggio non finirà mai
non voglio portare il mio onore nella tomba
ho perso tutto, non ho più neanche un’ombra
sono il più solo che abbia conosciuto
non posso darti nulla, solamente il mio saluto

[strofa 2]
porgo un’altra rosa nera a morticia
lei la lascia cadere, neanche mi fissa
l’aria tace e sevizia, l’aria viziata con la sua pace
una risposta amara, io non posso baciarla, solo toccarla
mentre sento il suo respiro che scalda mi gela l’anima
gratto le unghie a terra, no, non posso sopportare
queste sofferenze mute, qualcosa la delude (cosa?)
forse perché ha una mano speciale con dietro una persona qualunque
e non posso neanche indicarmi
condannato a vedere la mia vita da fuori nella felicità degli altri
ho provato anche a spararmi
ma quel cazzo di grilletto quando preme colpisce l’ombra di ciò che ero e
niente, non sento niente, con questo poco che ho
non ne ho per nessuno, giusto il gesto di mandarvi a fanculo
e giuro tenderò per sempre una rosa per te, cazzo
anche se fosse l’ultima cosa che faccio

[ritornello]
non importa sai
cosa penserai
ché tanto questo viaggio non finirà mai
non voglio portare il mio onore nella tomba
ho perso tutto, non ho più neanche un’ombra
sono il più solo che abbia conosciuto
non posso darti nulla, solamente il mio saluto

[strofa 3]
pallore lunare, carne d’alabastro
passo vellutato, sublime salasso
la mia flamberga nemmeno scheggia il suo smalto rosso
timida massaggia la mia nuca, io le muoio addosso
le libellule affogate nella polpa di medusa
il sonno chimico, la testa ottusa, e sì
la primavera la segue come uno strascico
sbiascico se tento di colpirla col mio fascino ma
vegliero su lei per sempre, serenissima persefone
legando le mie mani di colpevole
osservando le sue forze newtoniane
calpestare le molecole di un uomo falsamente ragionevole
la cercherò nei libri, nella storia, nelle menti dei più grandi
incontrandola in forme sempre diverse nei paesaggi
dai celesti ai suburbani sacrificherò i miei anni
per saperla riverberare nel grande niente

[ritornello]
non importa sai
cosa penserai
ché tanto questo viaggio non finirà mai
non voglio portare il mio onore nella tomba
ho perso tutto, non ho più neanche un’ombra
sono il più solo che abbia conosciuto
non posso darti nulla, solamente il mio saluto
(il mio saluto)

[strofa 4]
falangi sulla bocca d’una leggenda medievale
strisciano fiabe dell’assurdo amor~morte
mia mollica sublunare, s’accomodi
volto tavolozza, la magna pioggia non esca, ci sussurra
s’infittisce, or muovi il pianto che tal divenn’io nell’approcciar con una mela
mio malgrado n0bildonna pennellessa
le dita idolatrano l’estasi divina pigiandosi
nei roventi mieli d’un parpaglione
dall'[ori viola?] pallido
al polso indossa il bavero per l’eccelso bacio
il battito rallenta
ell’è, se far l’amor [?]
strozzar un mazzo di pittrici fiorentine


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