lirik lagu dargen d'amico - l'universo non muore mai
[strofa 1]
pagani sottopagati al limite morire giovani
ma essere costretti dai debiti a continuare a vivere
ma non è grave, siamo uno strato di vita
che l’universo ricicla
spugne per terra nel bagno di sangue
il cuore è una grande ferita
e combattiamo coi nostri mostri
provincialismo cosmico, labirintismo psichico
e simpatiche malattie che si mangiano i globuli rossi
invecchiamo con grossi rimorsi per piccoli errori
sarò in grado di riformulare meglio i miei atomi a posteriori
il tempo nel mezzo è noia, non ho detto storia
il resto è nature morte, tempi morti, napoleone sul bidet
ripetizioni, mi riconosci, forse sono già p-ssato di qua
luna, la tua bocca deve contenere tracce del mio dna
il mondo finisce, fammi un cannolo, fammelo bello carico
puoi farmi fattura nel nome di dio che se riesco col tempo lo scarico
giuro, vengo nel nome di dio, anche se lui fa il vago
tutto intorno è un miracolo
anche se è solo il trucchetto di un bravo mago
[ritornello]
nonostante quello che fai
l’universo non muore mai
la violenza di un occhio nero
di un buco nero, di un parto vero
nonostante quello che fai
l’universo non muore mai
la violenza di un occhio nero
di un buco nero, di un parto vero
[strofa 2]
da piccolo mi scambiavano spesso per una bambina gr-ssa
il mondo è un bel posto, ma il mondo che mi vive addosso lo surcl-ssa
gli altri pianeti cercano di leggere dentro di me
per sapere se si può sopravvivere con questi sensi di colpa di merda
attratto dallo strato più b-sso della società
forse è il vino, forse è la chimica, forse è colpa della forza di gravità
provo a leggere tutte le leggi da una distanza di dieci anni luce
l’inutilità dell’immunità è tutto il nulla che l’uomo produce
mi fa ridere tutto o quasi fin dalla nascita
una gal-ssia che scivola su una buccia di banana
e si spiaccica contro una colonna cl-ssica
e non ho ancora capito perché venerare i padri
venerare dieci piccoli quadri o uno solo ma di dieci metri quadri
e quanto tempo perso a credere di diventare diverso
siamo degli aspiratori di stelle, fuori dalla finestra all’universo
devi accettare da sempre di essere tutto o niente
non esiste una separazione tra i sistemi, non c’è realtà fuori dalla mente
[ritornello]
nonostante quello che fai
l’universo non muore mai
la violenza di un occhio nero
di un buco nero, di un parto vero
nonostante quello che fai
l’universo non muore mai
la violenza di un occhio nero
di un buco nero, di un parto vero
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