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lirik lagu dargen d’amico – acappella introduttiva

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-in fase di completamento-

[skit 1]
in ottavia è pluricitata, ed è pluricitata in lombardia, anche in giudizia credo, spesso venga citata, diciamo che per chi cresce in lombardia è innegabile. cl è centrale nel brano ma è la facciata del problema del protagonista: il protagonista dipinge la questione come se il problema fosse l’adesione della ragazza, della famiglia, clan familiare della ragazza a cl, in realtà è abbastanza chiaro che il problema è che il protagonista teme di essersi innamorato gravemente e cl è un capro espiatorio
io, come tutti gli artisti di questa decade, sono affascinato dai gruppi di potere e dai gruppi di preghiera, e cl è un gruppo di preghiera trasformatosi in un gruppo di potere, o anche viceversa, io non c’ero quando si è formato e adesso è molto difficile capire se è nato prima l’uovo o la gallina, comunque, cl non è il fulcro del brano, ripeto: l’amore è il fulcro, la paura dell’amore
l’idea è nata, un paio di anni fa, durante una sosta in un autogrill dell’emilia romagna, anzi emilia e basta, uno di questi autogrill nuovi, mostruosi, giganteschi di cemento chiaramente senza nulla di bello a vedersi, che solitamente pensi di trovare vuoti invece è sovraffollato da orde di ragazzi e ragazze di età diciamo universitaria, che andavano in viaggio con questi pullman, tipo crociate, verso il meeting di comunione e liberazione di rimini. e all’interno di quest’orda, si distingueva, per cl-sse e per bellezza -ssoluta sciolta dal resto del gruppo, una coppia di sorelle, che poi io in realtà non è che abbia indagato quindi magari non erano sorelle ma cugine o solo amiche, che sai che le amiche stanno tanto -ssieme poi si iniziano a r-ssomigliare, quando le persone stanno tanto -ssieme… infatti non è detto che si -ssomigliano perché sono madre e figlia, per una questione genetica, è che stando tanto -ssieme, si tende poi ad -ssomigliarsi… comunque c’erano queste due sorelle, cugine, diciamo parenti o amiche, magari neanche amiche, magari si odiavano e semplicemente si -ssomigliavano molto, anzi magari si odiavano proprio per il fatto di -ssomigliarsi molto

[skit 2]
il ritornello di “è troppo facile” è del periodo “d’ parte prima/seconda/cd’”, quindi l’amore e i suoi derivati
amore verso l’artista, che anche perchè non si può amare altri se prima non ci si ama se stessi come nel caso, in questo caso dell’apostrofo, infatti per scrivere l’apostrofo si ha bisogno dell’apostrofo, cioè l’apostrofo è fondamentale per se stesso, ed è anche un mio avo in qualche modo quindi cadeva a pennello col ritornello, che fa anche rima
perché sono un menestrello
per il beat sono part-to da una bozza che era sorella diciamo di “un grande pregio” che era la canzone sulle boy band di “di vizi di forma” legate proprio perchè erano dello stesso periodo, stessi plug in, stessa ispirazione diciamo jamaica intubata da musica da cameretta
le strofe invece, sono di questi mesi; però non starei lì a dedicare troppa importanza a ciò che è stato scritto prima rispetto a ciò che è stato scritto dopo: le parole dell’ottavia fanno hanno tutte per me lo stesso valore, e lo sforzo era quello di dare a tutte lo stesso valore, che poi è il valore dei ricordi che sono tutti uguali, come gli italiani davanti alla legge

[skit 3]
non credo che suoni cattivo… sicuramente cattivo è un brano che sta un po’sulle sue, anche a livello di sound non tende a fare amicizia subito. ricordo perfettamente quando la portai da mixare a zangi e fece una smorfia di schifo, una larga smorfia, anzi una lunga smorfia perché il brano era persino più lungo, fui convinto a strizzare un po’, ad accorciarlo, anche perché dopo trenta secondi diciamo che non si dice più nulla di nuovo, però che ci vogliamo fare? così è, così la teniamo
se fosse semplice scrivere canzoni faremmo tutti gli “scribacanzoni” invece che i soldati, i m-ssaggiatori, i messaggiatori, che è una di queste professioni, e-work, moderne queste, tu li paghi e loro ti scrivono i messaggi importanti per occasioni, scrivono messaggi a cottimo, a cosimo, a tutti li scrivono
non avrebbe dovuto per forza essere, diventare una canzone il testo, non è che tutte le volte che scrivi qualcosa questo diventa una canzone. avevo scritto questo dialogo inizialmente in termini più stornelleschi. il file risaliva al tempo di nostalgia istantanea, e in quel periodo avevo un po’ questo abbandonato, in realtà ho abbandonato e ho ripreso l’idea di fare lo stornello in “vivere aiuta” con “fior fiorello” anche se poi lì l’idea dello stornello è in un ambiente più totalmente più frizzi lazzi carpe diem. qui sul ritornello non è che ci sia proprio un’inflessione totalmente abbandonata dalla finta romanesca ,però si c’è qualcosa di dialettale, nel senso di un carattere leggermente diverso anche perché mi sembrava un pochettino noioso altrimenti, recitato in maniera più cl-ssica, perché il brano è un po’ lungo quindi almeno in questo dialettismo che non so se esiste ma se non esiste esiste da oggi… questo dialettismo vivacizza un pochino, almeno credevo, già così a ridirlo non suona proprio convintissimo

[skit 4]
si, c’è se noti qualcosa di musica senza musicisti, di g7 in “miniere”: i colori, lo storytelling… però l’idea di miniere è nato da un fatto molto preciso al tempo quando era stata chiusa l’azienda italiana che produceva e vendeva mine antiuomo, famosissime, utilissime, per lungo tempo ci fu uno scandalo perché vendettero illegalmente milioni di mine antiuomo all’iran, legalmente; qualsiasi vendita di mine dovrebbe essere illegale però al tempo comunque… vendettero queste mine antiuomo all’iran, che poi stranamente si rivelò essere un temibile nemico
tralasciando queste robe, pareva ridicolo che la chiusura di un’azienda che aveva prodotto la cl-ssica morte, fu un reset delle responsabilità come se poi non rimanessero tutte le mine che avevi prodotto prima in giro, quelle inesplose, e soprattutto come se ritorn-ssero ai legittimi proprietari gli arti che erano stati dispersi, spappolati
ma io, molto sinceramente, credo che qualsiasi dio vorrebbe che ci si preoccup-sse dello sminamento
e comunque oggi ci sono quant-tà di armi altrettanto distruttive composte da made in italo che direttamente o indirettamente colpiscono sempre più spesso i civili, che poi viene visto come un effetto collaterale, ma in realtà è proprio quello che si vuole fare, se vuoi vincere una guerra, devi
ossia, anche, certo l’italia c’è una cosa delle nostre banche
o perlomeno io ci penso e non dimentico che le banche italiane finanziano, finanziavano e continuano a finanziare aziende estere che producono armi, anche mine antiuomo coi nostro soldi. sui nostri conti, che ti obbligano ad avere, che poi sono liberi di utilizzare anche mine antiuomo in qualche modo con il tuo supporto, spendono prima così che hanno la possibilità di utilizzare di uccidere tra atroci sofferenze

[skit 5]
nel periodo di scrittura di nostalgia istantanea non è stato l’unico ramoscello che è stato eliminato, però questo, che poi è diventato mahler, era uno di quelli… a parte che era pieno di parolacce… però poi erano fin troppo -ssenti le -ssonanze e le rime, troppo anche rispetto allo standard molto tollerante di nostalgia istantanea
sì l’ho riformulato, in rima quindi chiaramente non poteva essere come era prima, dall’altra parte ho allentato ancora di più la metrica, non che sia una cosa che mi venga difficile, e ho aggiunto un ritornello che facesse un po’ da quadro generale, che desse l’idea dell’ambiente e tutto. tutte cose che avrei potuto onestamente anche evitare, ma vanno fatto anche giusto per fare qualcosa, per far vedere che lavoro anch’io
le parti che possiamo dire che possiamo definire ritornello sono datate 2007 anche se a grandi linee, ti dico anche da subito, era chiaro che non credo che volessi al tempo scrivere un vero e proprio ritornello, come spesso mi capita, mi è capitato, mi capitò
poi quest’estate guidi mi ha fatto ascoltare il beat di turbojazz che non conoscevo, che ho conosciuto prima attraverso questa produzione, e da subito mi sembrava che le cose stessero bene -ssieme, e quelle specie di ritornello venivano bene, funzionavano, interpretava benissimo, quindi
mi sono ricollegato, scrivendo le strofe, a quel periodo in cui in di vizi di forma c’era un brano che aveva un singhiozzo, “ma ma ma”, c’ era quella ripetizione della sillaba, e mi sono ricollegato a quello, perà questa volta al posto che essere “ma ma ma” la ripetizione è “cr”
sì la strofa è una sola. ho provato con tentativi infiniti quasi… no magari non proprio infiniti, però molteplici sicuramente, ho provato a scrivere un’altra strofa che però decisamente non raggiungeva la sufficienza e così ho registrato due volte la prima che uno poi “ah, affascinante questa cosa di registrare due volte la stessa in maniera diversa…” no in realtà questa cosa di registrare due volte la stessa strofa l’hanno fatto anche i grandi, non vedo perché non possano farlo i piccoli. anche se poi i piccoli emulano i grandi, i grandi devono stare attenti. non ti devi fumare la sigaretta perché sennò il piccolo poi a tre anni fuma la sigaretta anche lui

-in fase di completamento-


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