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lirik lagu cripple bastards - when immunities fall

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a new issue in the “never mentioned” series
only few statements from this is what gtb actually sings

drop by drop you used to sedate me – from a distance
an unconsciously perfect method

those were days when i was dying w/o leaving any trace
in the hands of a wastedisposalfirm authorized to format my sharpeness..
all the requirements to carry out the biopsy of my shroud

..i had an ident-ty in my tenacity, in holding on to my feelings
in remembering the oldest flashes of light – discussions, glances
and from then on i became your blackboard
let’s write “f-cked” on it
go on, hang it in the closet of a past to be crushed.

someone else shared an experience of inflicted mutilation
but p-ssively.. and in a few moments.

attacking immunities to shatter the foundations:
the improvised tacticts of those who live on other people’s moods
dancing an eternal tango on the heart –> instead of heels, kitchen knives.

drop by drop staring at the density mixing with the water
it’s the serum that puts every intention of reaction up against the wall.

let me share in my defeat, humiliate me with details
remind me that at 30 some people have aged better than me
modernize my paranoia – glue me to a mobile phone
where your signs of disheartenment always come too late
deprive me of all grace, hang me to the noose of apathy and inertia
redeem this talent that in your barreness you were never able to cultivate.

it’s the sadism of those who live to take revenge on the others
of shocks too radical to be faced up to backwards.

you are in a waiting room leading to a ghost platform.
me – the only p-ssenger, resigned to waiting in vain.
a crooked tree, crippled by the lightnings of pain….
you wish – on the edge of drying out.

war, drop by drop back in the bottle
war of ethics, of eternally persecuted people, war of nerves
war to gain continuity, to regain self-esteem
not to live in tiredness.
it’s a rustle of dry bones shaken by the desert wind
or maybe just an old skin abandoned somewhere
and that i won’t look for.

war, feeding on war
letting you know that you can’t touch this land
that every invasion implies a martyrdrom of your fellow men
necessary war, war against habits
not to live in tiredness.
no money and no politics, no ideals but one goal
the extasy of contentment, the love of nuisances
pointing everything against everyone…
you tried to afflict me – now learn how to hide.

versione originale in italiano…::

quando le immunita’ crollano

goccia a goccia mi sedavi a distanza, una metodicità inconsciamente perfetta,
eran giorni in cui morivo senza lasciare traccia tra le mani di un’impresa smaltimento rifiuti autorizzata alla formattazione della mia spigolosità.. le carte in regola per la biopsia del mio sudario, se avevo un’ident-tà nella tenacia, nell’aggrapparmi ai sentimenti, nel ricordare i più lontani tratti di luce – discussioni, scambi di sguardi, da lì in poi ero la tua lavagna, scriviamoci su “fottuto”, dai appendila nello sgabuzzino di un p-ssato da calpestare. un’altra persona ha condiviso l’esperienza della mutilazione forzata, ma in p-ssivo, e in pochi istanti. attaccare le immunità per sgretolare le basi, la tattica improvvisata di chi campa di stati d’animo altrui ballando sul cuore un tango eterno – ma al posto dei tacchi coltelli da cucina. goccia a goccia osservando il denso che si amalgama all’acqua, é il siero che mette al muro ogni intento di reazione. rendimi partecipe della mia sconfitta, umiliami coi dettagli, ricordami che a 30 anni c’è gente invecchiata meglio di me, modernizza la mia paranoia – incollami ad un cellulare in cui i tuoi segni di sconforto arrivan sempre troppo tardi, svuotami di ogni grazia, impiccami al cappio di apatia e inerzia – riscatta questo talento che tu nella tua aridità non hai mai saputo coltivare. é il sadismo di chi vive per rivendicare sugli altri traumi troppo radicali per essere affrontate a ritroso. lì da te c’é una sala d’aspetto annessa a un binario fantasma. io – unico p-sseggero, r-ssegnato ad attendere invano. un albero ricurvo su sé stesso, deformato dai fulmini del dolore.. tu speri – nell’anticamera della siccità.

guerra, goccia a goccia indietro nel flacone, guerra di etica, di genti eternamente perseguitate, guerra di nervi, guerra per darsi una continuità, per riprendersi l’autostima, per non vivere stanco. é un frusciare di ossa secche scosse dal vento del deserto, o forse solo una vecchia pelle che ho abbandonato chissà dove, e non cercherò più. guerra, nutrirsi di guerra, farti sapere che questa terra non si tocca, che a ogni invasione corrisponde un martirio dei tuoi simili, guerra necessaria, guerra alle abitudini, per non vivere stanco. senza soldi né politica, senza ideali ma con un obiettivo – l’estasi del compiacimento, l’amore per quel che é fastidio, puntar tutto contro tutti, hai provato ad affliggermi ora impara a nasconderti


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