lirik lagu classic sheee - ungaretti
[testo di “ungaretti”]
[intro]
ah
oggi tutto mi pare valicato
oggi sto capendo
la morte si sconta vivendo
[ritornello]
si sta come d’autunno sugli alberi le foglie
mentre il vento porta le anime via dalle spoglie
si sta come d’autunno sugli alberi le foglie
sento le grida strazianti di chi le raccoglie
si sta come d’autunno sugli alberi (ah, ah)
foglie secche che cadono fragili (ah, ah)
sulla terra, su mille papaveri (oh, no)
chiudo gli occhi, rivedo le immagini
[strofa 1]
assisto alla notte violentata
corpi in mezzo alla strada
mi guardo sono intatto ma l’anima è crivellata
i colpi che rimbombano scuotono la trincea
perdiamo ma purtroppo è troppo tardi per cambiare idea
giuro
vorrei tornare indietro per guardare nel futuro
ed avvertire tutti che non siamo più al sicuro
che di ‘ste case resteranno brandelli di muro
che più ci armiamo e più ci proiettiamo verso il buio
e non è niente vero
qui non c’è più bellezza nella vita di un guerriero
e non c’è pace se ogni collina ha il suo cimitero
e non c’è guerra giusta se il fuoco cade dal cielo
zero
ho scritto una poesia
per trasformare questo dolore in malinconia
per non sentire le urla di marco nell’agonia
per far nascere un fiore tra i colpi d’artiglieria
sul sangue di questa via (ah)
[ritornello]
si sta come d’autunno sugli alberi le foglie
mentre il vento porta le anime via dalle spoglie
si sta come d’autunno sugli alberi le foglie
sento le grida strazianti di chi le raccoglie
si sta come d’autunno sugli alberi (ah, ah)
foglie secche che cadono fragili (ah, ah)
sulla terra, su mille papaveri (oh, no)
chiudo gli occhi, rivedo le immagini
[strofa 2]
come questa pietra è il mio pianto che non si vede
quaggiù dove si aggira la morte che tutto miete
dove le città bruciano senza significato
(eppure) resta il mio cuore il paese più straziato
giura
che accenderai una luce nella tua notte più oscura
che ti ricorderai di essere solo una creatura
quando qualcuno perderà il senso della misura
e si convincerà che la guerra è l’unica cura
abiura
foglia appena nata
fragile come una candela contro una spada
io l’ho capito tardi nel corso della nottata
tra i corpi dei miei fratelli distesi lungo la strada
la bocca digrignata, uno sparo, un fruscio sordo
il punto in cui tutto fa pensare ad un dio orbo
m’illumino d’immenso affinché mi possa vedere
qui a scrivere canzoni d’amore tra le macerie
[ritornello]
si sta come d’autunno sugli alberi le foglie
mentre il vento porta le anime via dalle spoglie
si sta come d’autunno sugli alberi le foglie
sento le grida strazianti di chi le raccoglie
si sta come d’autunno sugli alberi (ah, ah)
foglie secche che cadono fragili (ah, ah)
sulla terra, su mille papaveri (oh, no)
chiudo gli occhi, rivedo le immagini
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