lirik lagu cappu - poseidone
[verse 1]
se il cielo fosse oceano nuoteremmo tra le nuvole
di notte circondati da stelle come da lucciole
guarderò il confine di flutti e luce, mi sento fragile
versando lacrime, sale come a cartagine
vento di bufera, lontano burrasca di drago
l’ aria si fa nera, sono cieco come in saramago
onde sono in piena, latrano il loro concerto
canto di sirena, senza l’albero maestro
non voglio giudizi né prediche (no)
ma perdermi nella salsedine (no)
senza pensare al futuro o al passato, qui fermo al sole come un rettile
legato al nodo gordiano con la mia terra (con la mia terra)
quando è tutto sbagliato lei è come un faro nella tempesta (nella tempesta)
voglio un’ alba magnifica al mio funerale (seh)
una lapide in cima allo scoglio più alto
le mie ceneri sp~rs~ da lì verso il mare
magari mi trovo riposo e pace (magari)
o magari vagando diventerò pazzo
tuttavia sempre meglio del nulla totale (ehi)
[chorus]
si sono fatte le sei, birre vuote sulla sabbia
quando non sai più chi sei, torna alla terra che ti ha dato l’ alba
fumo riflesso nell’ acqua, lucida come la lacca
anche nel freddo ti scalda, questa è la casa che pure nel peggio ti salva
[instrumental]
[verse 2]
lasciami andare, tornerò da te (ah)
soltanto a bordo di una mia nave (ah)
ma questa vita è corrente, si agita, e frantuma il legno di questa mia zattera
sento talassofobia
vedo che un’ onda mi porterà via
lontano dalla superficie, sul nero fondale della mia apatia (seh, seh, seh)
guardavamo le stelle, ci bastava poco
i tormenti di allora alla stregua di un gioco
ora il dolore non basta, insensibili mentre poggiamo le dita sul fuoco
lascio una siga spenta tra gli scogli
come fosse un seme che spero germogli (seh)
consumiamo i migliori ricordi
come un vinile ormai pieno di solchi
che salta, non so pensare nella risacca, nascondo un pezzo e magari sp~cca, sta notte con lei ma domani scappa
se fossi qui con me dimmi cosa faresti (no)
forse mi baceresti
ma digrignando i denti ah (argh)
sgancio l’ ancora, sfrutto il vento
tornerò ancora da dove provengo (seh)
come interstellar io sfiderò il tempo (sfiderò il tempo)
al sicuro qui, su quest’ isola
nulla mi serve, mi basta una briciola
sacre sponde della mia zacinto
anche se ho perso guerre, non mi do per vinto e
[chorus]
si sono fatte le sei, birre vuote sulla sabbia
quando non sai più chi sei, torna alla terra che ti ha dato l’ alba
fumo riflesso nell’ acqua, lucida come la lacca
anche nel freddo ti scalda, questa è la casa che pure nel peggio ti salva
[instrumental]
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