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lirik lagu caparezza - le prove del mio caos (scene tagliate dal fonoromanzo)

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[devi parla’ de fregna:]
vorrei parlare di poetica con un po’ d’etica degna
(devi parla’ de fregna)
potrei discutere la ricchezza cromatica di andrea mantegna
(devi parla’ de fregna)
potrei tessere le qualità della banana ecuadoreña
(miche’, devi parla’ de fregna)
voglio un disco che -ssorba cultura a mo’ di spugna che s’impregna
(ooh, devi parla’ de fregna)
discuto di pallone rispolverando il nome di boninsegna
(aah, devi parla’ de fregna)
mi sono visto tutti i film di stanley kubrick in questa r-ssegna
(devi parla’ de fregna)
come?
(devi parla’ de fregna!)
ma come?
(devi fa vede’ la fregna!)

[la rivoluzione del sessintutto:]
2008, stop a woodstock
pure chi sta sotto di botto a l-stro
chi conosce tizio ha il posto giusto
e chi si fa le ossa resta mollusco
il tuo datore è losco e vetusto
e vuole che t’attacchi tosto a quel muscolo

[la grande opera:]
[verse 1]
vengo da un futuro che non t’aspetti
altro che i manifesti di questi marinetti
(o-pe-ra! o-pe-ra!)
io voglio menti stabili negli stabilimenti
ecco i fondamenti per avviare la grande o-pe-ra (o-pe-ra!) o-pe-ra. (o-pe-ra!)
più che un ingegnere sono un vero maniaco
ruspe e escavatori sono il mio afrodisiaco
io mi proietto come fossi una diapo
ho un sogno nel c-ssetto: il complesso di priapo
progetto le opere del mio tempo
se vedo uno stretto lo salto da lembo a lembo
con un ponte lungo fino allo sfinimento
per compensare le dimensioni del mio membro
questo minuscolo muscolo sghembo
lo porto sotto il grembo chiuso nel pantalone;
pensavo a lui quando ho concepito il mose
quella diga moscia che ogni tanto ha l’erezione
mi eccitano i cantieri, specie se il ministro scende a patti con i miei atti osceni
sono un porco senza freni, che abusa della val di susa penetrandola coi treni

[skit]
capomastro: «lavorate, schiavi! non oziate!»
caparezza: «maestro… maestro, non ce la faccio, sto lavorando da 38 ore…»
capomastro: «e allora? non sono stati ancora inventati i sindacati. dobbiamo costruire il ponte più lungo del mondo, che unirà la terra alla luna.»
caparezza: «ma è un’opera irrealizzabile!»
capomastro: «meglio!»
caparezza: «ammesso che il ponte venga costruito, si spezzerebbe, perché la terra gira!»
capomastro: «cos’hai detto?! la terra gira?!»
caparezza: «certo!»
capomastro: «sei un maledetto eliocentrico. guardie, prendetelo! è come galileo. confinatelo! confinatelo!»
caparezza: «ehi… ehi… no! lasciatemi! noo! no, il confino, no! noo…»

[verse 2]
l’odore della polvere da strada mi appaga
il clangore del metallo è come v–gr-
quando vedo un caterpillar, mi agito
in tutti gli altri casi questo tubo resta flaccido
ma che mi prende?
penso al ponte sullo stretto, e non è l’unica cosa che si estende
io lo faccio solamente
se mia moglie recita la parte della rom che leva le tende
mi gusta far l’amore in una ruspa
mentre la gente grida che la tav non è giusta
intasco una busta, conservo i lingotti
non mi lascio abbattere come a punta perotti
cari signorotti futuristi, vi servono i permessi per attirare in puglia più turisti
voglio costruire un inceneritore, con cinema, mcdonald’s e boutique per acquisti
il ponte sulle stelle è un bene, ma a detta di un ribelle non conviene prendere selene. (oooh…)
ha progetti irreali, terre future d’avventure con traghetti spaziali come speme. (ho ho)
sostiene quest’uomo che dovremmo spendere energia per curar l’epidemia di vaiolo, (eeh…)
e che il sottoscritto trarrebbe più profitto e decoro
nel fare il lavoro del merdaiolo

[eroe:]
potrei entrare in una banca e «bang bang»
ma la mia vita è onesta e non mi resta che il blackjack
la mia signora non è l’effige di edwige fenech
ma se la merita una luna di miele
la porterei nel migliore hotel di tutta parigi:
«oh, bonjour, monsieur delle bicocche luigi»
luigi, luigi, che cacchio dici?
lavori a nero coi capelli grigi, manco paghi l’ici
torno nella dimora con un groppo in gola
mia moglie è troppo sola, la prole deve andare al doposcuola
ho la camera 237, ma non farò la mia famiglia a fette

[io diventerò qualcuno:]
ma ti pare normale che uno show tv sposti più voti di una tribuna elettorale?
il mio paese ha la morale più b-ssa di un moc-ssino, ma lo chiamano stivale
la cl-sse politica è corrotta ed iraconda
come chi mi circonda, gente immonda
che pur di andare in onda farebbe l’oceano in gondola
incidente mortale sulla statale:
«fèrmati, ché devo filmare col cellulare
così lo metto su youtube, tu ci clicchi su ed io divento più popolare
devi guadagnare punti, o sulla tua pagina calano i contatti aggiunti»
càlmati, tutto cambia qui, quando i vicini vengono a sterminarti congiunti
è il loro momento
no che non hanno talento
è proprio questo l’evento
la loro lista conquista il parlamento:
né destra né sinistra, ha vinto l’egocentro
uh, che manrovescio! stiamo seppellendo nell’endemol generation
devo aspettare di perdere il mio diritto di voto per guadagnare il diritto alla nomination?

[cacca nello spazio:]
tu non sei dell’equipaggio
fino a che non sei un personaggio
pensi di fare il viaggio?
stai errando più di quanto hanno fatto chisciotte e sancho
e bada bene: io non ciancio
te lo dico chiaro, mica te lo ciancico
chiama il ticket office per i posti:
ti mettono ciajkovskij e poi riagganciano
è una gita d’élite e tu non sei un vip
per te è già vago il wagon-lit
ma quale pezzo grosso? sei lo skit
nessuno ti dirà «please, take your seat.»
datti alla corsa clandestina
come in una sfida a need for speed
ma chi ti stiva? qui ti si schifa, segui la scritta “exit”


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