lirik lagu cancro - mondella
amato s’era risentito da poco tempo, e di quel tempo una parte aveva penato a svegliarsi affatto, a separar le torbide visioni del sonno dalle memorie e dall’immagini di quella realtà troppo somigliante a una funesta visione d’inferno
hey, di solito si chiede se il posto è occupato, comunque sto scherzando e per non essere maleducato, piacere amato
si, questo è il nome che, 20 anni fa i miei genitori mi hanno dato
vorrei che questo mondo fosse pieno, d’integrazione
vorrei che,a questo mondo ci fossero meno, persone sole
togli dagli occhi quell’umidità e dagli luce così come fa il sole
che anche se sa
che prima o poi si spegnerà
ogni mattina si alza
per illuminarci le giornate
amore mio ti scrivo questo per ricordarti che fu un sogno accompagnarti all’uliveto delle fate
questa l’ultima lettera che io ti scrissi, però tu non mi rispondesti più
lo penso al bar con una birra in mano
poi il jukebox fa partire “emozioni” di battisti, l’ascoltavamo sempre, inizio a raccontare a non so chi la prima volta che ci siamo visti quel 7 novembre
i tuoi occhi
dolci, lineari
le tue palpebre, i cancelli
si aprivano e chiudevano con gesti involontari
il mio cuore, era la chiave, per rispecchiarmi in quelli…che guardandomi, splendevano come alla luce del sole, i ruscelli
mentre i tuoi capelli, che al vento, danzavano come pennelli, tingevano l’aria con i tuoi splendidi sentimenti
poi mi voltai, credevo di essere in balia di un’allucin~z~one
tu, con il volto in preda a un’alluvione
uscimmo fuori accompagnati da una sagoma con le lacrime rosse come le foglie in autunno
mentre il buio ci osservava taciturno darci baci a turno
perché l’amore è un po’ come la fede, la divina provvidenza, il karma un po’ come il destino, aiuta chi ci crede ad ottenerlo
nonostante le vicissitudini possano far sembrare che niente si muova e tutto resti fermo…
ci eravamo ritrovati
e dopo tutto questo tempo e la gente che tra noi si è messa in mezzo, non ci saremo più lasciati
l’inferno non ci vuole
e il paradiso alla fine della vita sarà la destin~z~one
questa conclusione, benché trovata da povera gente, c’è parsa così giusta, che abbiam pensato di metterla qui, come il sugo di tutta la storia
la quale, se non v’è dispiaciuta affatto, vogliatene bene a chi l’ha scritta, e anche un pochino a chi l’ha raccomodata
ma se invece fossimo riusciti ad annoiarvi, credete, non s’è fatto apposta
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