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lirik lagu cancro - kill bill pt. 2

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ricordo bene quella notte, è stata la stessa in cui ho iniziato a prendermi cura di lui, la notte in cui ho preso il possesso della sua anima

compivo 16 anni quella mattina
mio padre me lo aveva ricordato a suon di botte, la notte prima
una cinghiata dove capitava al posto di ogni candelina
mentre mia madre urlava “smettila così lo ammazzi
ti prego dai cerca di controllarti”
quelle parole un guanto di sfida
ed una sagoma con degli strani artigli ed uno strano ghigno con le mani intorno al suo gracile collo pose fine a quelle grida
mio padre poi si tolse da sopra di lei e con una lacrima nera sul volto disse solo corri via da colеi
che con i tuoi violenti istinti prendе i tuoi affetti e con il sangue crea dipinti
non si nutre dei vincenti ma dei vinti
lei che trasforma i sogni nei cassetti in labirinti
che ti portano dentro gli armadi con gli scheletri il cui scopo è quello di rapirti

corsi via, la mattina a scuola non avrei voluto nessuno intorno
ma quelle troiette e quello scemo del mio amico, assomigliavano a uno stormo
di corvi
ed io sembravo un cazzo di cadavere, morto ripensando a tutti suoi ricordi
ma poco dopo johnny mi guardó
e qualcosa dentro al mio fottuto cuore sì incendió
‘na vita trascorsa nella violenza, insegna che quell’emozione, “l’ira” non va repressa
così afferrai la mia lama, così affilata
e il resto è storia, da lui per sempre quella mia reazione verrà ricordata
sono passati 12 anni da quel giorno a scuola e ad oggi quella cazzo di emozione non mi lascia solo neanche per un’ora
nell’orecchio mi sussurra ogni secondo, in ogni istante lei mi sfiora
il mondo poi di nero lo colora
ed ogni mio pensiero macabro nella mia mente affiora
ora sto scendendo da sto treno nella mia città natale
per andare a fare
una visitina a quella merda di mio padre
però purtroppo non ci arriverò mai

forse perché ora quella strana sagoma ha un guerriero che oramai è guidato solamente da un pensiero
“vendetta”
passo per la piazza princ~p~le
mi siedo su un muretto come facevo in passato ad osservare
quelle persone, che non hanno un bel colore
perché chi non terrorizza poi si ammala di terrore
ma dopo sento che chi terrorizza urla il mio nome…
bill!!
una ferita che non cicatrizza porta un uomo a cancellare, l’ultimo nome della lista
la sua mente si destabilizza in balia di un’emozione
e il fuoco dentro sè, lo porta ad esternare quel torrente di vocali che domani sarà su tutti i cazzo di giornali
guardo la faccia di johnny
che finalmente potrà realizzare il più grande tra i suoi sogni

guardo come si sfoga, guardo quell’emozione che anni fa lo ha contagiato prendere il sopravvento per distruggere il creato
sembra quasi una meravigliosa creatura divina
che ad ogni passo dietro sè lascia la morte, lentamente lui cammina, la vista del sangue lentamente lo trascina
lancia fuoco dalle mani, la vendetta a lui si inchina
i volti innanzi a lui saranno solo una decina
e i corpi esangui dietro la sua immagine almeno un ottantina
poi davanti a me si ferma, nella sua testa, una vocina
e poi profondamente, sospira
j: bill

b: johnny, è un’altra granata quella che hai in tasca o sei solo felice di vedermi?

j: ho una faccenda in sospeso da risolvere

b: anche io, ma non con te

j: beh, date le circostanze, temo che non la porterai a termine

b: e lo dici guardando i corpi a terra? dopo tutto questo tempo vedo che non hai ancora le palle di guardarmi negli occhi

j: forse perché qualcosa dentro di me ti sta guardando al mio posto

b: lo so, quegli occhi mi guardano da troppi anni ormai

j: beh, tra qualche istante chiunque ti guarderà non sarà più in grado di riconoscerti
(spari)
b: tutto qua? hai già finito i proiettili? non sai fare di meglio?
(sparo)
j: adesso, ho finito i proiettili


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