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lirik lagu bisy & giova - tutto liscio come l'odio

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da ragazzino mi sentivo dire come un mantra
che i soldi non li fa chi fa i disegni o chi canta
che è meglio un istituto che mi insegni un mestiere
la scuola diventò soltanto un posto dove andarmi a sedere
lo zaino che pesava di paura e debolezza
fu il catalizzatore di ogni sordida bassezza
non ero che un girino perso fuori dal suo stagno
che cerca disperato un appiglio un compagno

non ci volle poi molto che rimasi solo al banco
la classe intorno a me sembrava divenisse un branco
ricordo sghignazzate ed occhiatacce fugaci
anticamera di quello di cui erano capaci
ambigui il loro modus operandi rimandava a ciò
che b~n~lmente definiamo come scherzo
ma non esiste linea di confine se ogni giorno tra gli insulti
poi d’un tratto si verifica un alterco

le mani le dovevate usare nonostante
vi trovaste dentro ad una cazzo di scuola
io con le spalle al muro e cinque giuda minacciosi
che stringevano con rabbia la mia gola
incredibile ciò che può succedere quando non vuoi cedere
quando un po’ d’orgoglio riaffiora
ho lenito le ferite della mia anima
restando saldo in uno stupidissimo cambio dell’ora
dalle ferite più profonde non zampilla sangue
ma ne esce a fiotti l’autostima
io che non raccontavo niente
ed ero il princ~p~le attore della mia personale pantomima
perchè non volevo essere catalogato come lo sfigato, vita sibillina
l’unico a contare le mie lacrime ero io
mentre aspettavo che arrivasse un’altra mattina

se la mia immagine riflessa è insostenibile
io non mi odierò ma lotterò per redimermi

io ti vedo come te la ridi sotto quei baffetti
c’è carenza di autostima e pure negli affetti
io non sono come te e i tuoi amici perfetti
daltronde sono io il più vero tu cosa ti aspetti
provi piacere ad umiliare chi è più debole
provo a tacere ma tu attacchi senza remore
dalle macerie poi rinascerò ed attento a te
lontano da ste sedie giochiamo le stesse regole

sii te stesso mi dicevano incuranti dell’immenso sbaglio
per infondermi coraggio
essere me stesso tanto vale appendermi un bersaglio
da settembre a fine maggio
reprimo costantemente ciò che sono
isolato dalla massa mi rifugio in questo suono
asociale perchè questo sono
nella testa ho un temporale
poi mi sento male se voi captate questo ruolo

io non cerco compassione voglio solo l’attenzione
attirare intorno a me una stretta cerchia di persone
ma puntualmente crolla tutto in questa situazione
vado in cerca degli abissi come il sub con l’immersione

immersione totale nel personaggio
lo dite così tanto che mi rinchiudo nel mio carapace
scaraf~ggio, incapace
di tessere le mie lodi in questo viaggio e mi dispiace
che essere mestesso vi provochi disagio

umilato a pù riprese perchè sovrappeso
no voi non mi vedrete mai la sopra appeso
da quando al mio tempo ho dato il giusto peso
voi non lo meritate
non è che mi sono arreso

se la mia immagine riflessa è insostenibile
io non mi odierò ma lotterò per redimermi

e a distanza di vent’anni
ecco chi ha vinto
abbracciando l’arte
superando quel fottuto labirinto
chiuso in stanza con gli affanni
era l’istinto
approciando gli altri
pur nuotando ma era tutto un mare finto
capisco l’importanza di restare solo
odiavo il mio riflesso e di riflesso ora so chi sono

l’emozioni sopra un foglio e i sentimenti sopra il podio
perchè so che tutto fila liscio come l’odio


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