lirik lagu andrea dono - la memoria della sabbia
[intro]
sono là, fate attenzione
fate attenzione alla sabbia, escono dalla sabbia
[strofa 1: andrea dono]
rispetta la tradizione, tira il carro del padrone
che ti vuole zitto e muto mentre omaggia il tricolore
la bandiera in controvento in piena opposizione
servono le scarpe buone per correre verso il sole
il cielo è il limite per i terrestri
oltre non ci puoi andare manco se ti addestri
la salita nell’olimpo potrebbe stuccarti il fiato
un dio resta un dio se comprende l’errore umano
non serve far parlare gli altri per aprire un caso
ma ho le carte per salvarmi da tutte le accuse
prima copiavo i grandi anche quando sbagliavano
ora che sono io grande non c’ho più scuse
e non me cerco, cerco solo la giusta strada
per allontanarmi il più possibile dai figli di puttana
da spoltore nella zona brada
sta roba non è commerciabile perché viene fatta in casa
[ritornello: ares adami]
tradizione del più grande che allena le folle
acqua fresca quando il sangue avvelena le zolle
straccia paranoie ed appena le toglie
torna in campo il nutrimento ed è avvena che coglie
spëghe drìtte, rìghe fìtte porta fiori freschi
mentre pensa al necessario per far fuori questi
giù in cantiere, in testa barre, rime e nuove innesti
li porta poi su suoni immensi
[bridge]
“sei uno stupido se ti scaldi ora
pace e amore ma sul palco più bullets che a baltimora
arrivo puntuale quindi occhio quando batti l’ora
se ancora non ci credo fatti loro (e yo dono!)
[strofa 2. andrea dono]
sono cattivi presagi, il mare affama costa
sacrifica più del dovuto perché la fama accosta
manco a farlo apposta se sto sotto minaccia
caccio le mani dalla merda per darvele in faccia
allora, fai che i presagi siano buoni
se tu corri dietro un sogno c’hai il fiatone
io invece c’ho i fiadoni
nessun sogno è grande nella città mia
suono morte a 33 giri che sa’ di nostalgia
sto come voglio, non faccio a passi verso nessun altro
figurarsi verso gente che mi sta sul cazzo
se vai a stringere la corda al sacco
un porco morto sfama comunque una famiglia intera per un anno
chia~chia~chiamete cacche dune
andrea dono e gio lama lo sai che sono cazzi vostri
come ha detto ca~ca~cacchedùne
nù stemu a lu bar e’nci sinteme nisciune combà!
[ritornello: ares adami]
tradizione del più grande che allena le folle
acqua fresca quando il sangue avvelena le zolle
straccia paranoie ed appena le toglie
torna in campo il nutrimento ed è avvena che coglie
spëghe drìtte, rìghe fìtte porta fiori freschi
mentre pensa al necessario per far fuori questi
giù in cantiere, in testa barre, rime e nuove innesti
li porta poi su suoni immensi
[outro]
sono usciti dalla sabbia
io li ho visti! io li ho visti! escono dalla sabbia!
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