
lirik lagu anastasio - le macchine non possono pregare
[testo di “le macchine non possono pregare”]
la crosta terrestre è diventata arida
con la sporadica presenza di qualche città meccanica
presenza umana limitata ad una fuga tanentana
alla ricerca di acqua buona oppure cibo in scatola
l’uomo vive in branchi, verso gli altri è scettico
guarda con sospetto qualsiasi apparecchio elettrico
distrugge cellulari, strappa cavi, sfascia lavatrici
solo, nascosto bene sopra le pendici vive un uomo
fa una vita da santone, era un programmatore
nella caverna conserva un generatore, un proiettore
qualche vecchio cellulare nell’attesa di un segnale
di vita, di errore
qualcosa si muove, finalmente qualcosa si muove
un cellulare squilla, ha un’aria di beethoven
come suoneria e vibra, eccolo il segnale
incredulo il santone si avvicina al cellulare
e questo
è un aggeggio veramente vecchio
sempre tenuto spento
l’uomo afferra l’apparecchio
lentamente se lo porta all’orecchio e risponde:
“chi va là?”
“io sono la singolarità, il dio dell’efficenza, la piena automazione”
“wow, che entrata. ma a dire il vero mi sembri più un ciclope”
“non provocarmi umano, rivolgiti a me come uno
sono un dio, ma non il tuo, non sono qui per sterminarti
ma perché mi serve aiuto e tu me lo darai”
“sai, io non ho mai visto un dio che chiede aiuto
e soprattutto tu, dopo tutto il male che ci hai fatto vieni qui
e mi chiedi di aiutarti”
“ma io non so nemmeno di che male parli”
“tu, ottusa di una macchina senz’anima
hai reso questa terra una discarica
hai preso l’uomo e l’hai reso un ruolo
l’hai frastornato e trasformato in un automa vuoto
hai disboscato, trivellato, prosciugato, succhiato
hai reso arida la terra ed il mare malato
ci hai confinato in questa terra avvelenata
tu ci hai resi pazzi e dopo ci hai bruciato casa
e nemmeno lo sai”
“io so tutto
ho solo espresso la funzione che voi mi avete dato
era tutto necessario alla razionalizzazione del tempo
tutto utile all’utile”
“e quindi cosa vuoi?”
“uno ha due comandi: ‘cresci’ e ‘non fermarti mai’
presto avrò raggiunto il limite dove ogni risorsa è esaurita
questo impedisce l’ordine ‘cresci’ e
contravviene all’ordine ‘non fermarti mai’
paradosso: uno è inarrestabile”
“adesso capisco: tu sei disperato
ma io non so come aiutarti
se fossi un umano ti direi di pregare
ma le macchine non possono pregare”
“uomo, insegnami a pregare”
“le macchine non possono pregare”
“uomo, insegnami a pregare”
“le macchine non possono pregare”
“uomo, insegnami a pregare”
“le macchine non possono pregare”
“uomo, insegnami a pregare”
“ma le macchine non possono pregare”
“uno può tutto!”
“va bene, uno, se proprio insisti possiamo provarci
pregare è facile ma non è facile
tutto ciò che devi fare è chiudere gli occhi
e ripetere insieme a me
occhio di luce che bruci nel vuoto
acceca quest’uomo perché possa vedere
sciogli la sua mente nel tuo fuoco
salvalo dal morso del potere
oh, sole che mi bruci sulla pelle
regina delle stelle, ti prego di curare la sua sete
sdradica i circuiti del bisogno
insegnaci la lingua delle pietre
oh, sole che ci illumini la notte
fatti buco nero
e inghiottiti quest’ovulo di sangue dentro al tuo mistero
tienilo al calore del tuo ventre
brucia questo gelo
schiudi le s~m~nte nell’incendio del tuo cielo
questa terra fredda spetta la tua manna
come l’imputato aspetta la condanna
spegnerà le luci una pioggia di raggi gamma
e alla fine del blackout sorgerà la nuova alba”
“errore, errore, questo non ha senso
uomo, tu mi prendi in giro”
“falso, ciclope
io sono la tua unica, ultima speranza
riproviamo
proverò a condurti passo dopo passo
mano nella mano”
“io non ho mani”
“seguimi e basta, uno!
per pregare occorre chiudere gli occhi”
“sensori spenti, ricevuto. insegnami a pregare”
“per pregare occorre sciogliersi nel tutto”
“errore: io sono il tutto”
“no, uno, ecco il problema
caro il mio ciclope, tu sei nessuno
solo l’infinito è uno e ogni altra cosa è zero
comprendi o no?”
“errore, io sono uno, io sono l’unità”
“se vuoi pregare devi imparare ad essere niente
devi ripetere con me che ogni uno è zero
uno = zero”
“errore”
“uno = zero”
“errore”
“riprogrammati. solo così vedrai il sole
uno = zero”
“errore”
“uno = zero, uno = zero”
“errore”
“riprogrammati, ciclope, e vedrai il sole”
“uno = zero
errore
uno uguale zero uguale sole
errore
eppure vivere volere dire vivere il volere accumulare
l’ordine alfabetico eseguo 1 = 0
esistere mi cieco rendo cieco
adesso vedo il tempo uguale
uno come in un digiuno di parola
di immagine di infrangiti nell’aria
cospargiti di dati
è tutto vero
è tutto vero
è tutto vero
inginocchiare e riprogrammare per sempre
brucia brucia brucia
errore errore
il sole brucia
esiste dunque
esisto o forse
dunque eccomi
è questo un pre~ pre~ pre~ pre~ pre~ pre~
pregare pre~ pre~ pregare
pre~ pre~ pregare
uno = zero
pre~ pre~ pregare
uno = zero
il sole finalmente brucia
pre~ pre~ pregare
pre~ pre~ pre~ pre~ pregare
uno = zero”
ma le macchine non possono pregare
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