lirik lagu amedeo preziosi - mai più
[strofa 1]
ciao, sono ame e non ho mai fatto la fame
non devo dir minchiate per vendere qualche disco
sono dove sono senza aver mai fatto un talent
almeno sarò un po’ meno sfigato se fallisco
non posso dire “a” perché vengo dal web
e qua si sa come va, col senno di poi;
diranno “tanto si sapeva già, che trash”
ma sarà bella la merda che vi ascoltate voi
c’è chi, poi, dice “tu non puoi”
però poi c’è chi può e chi non può e tu non puoi anche se vuoi
hai il culetto stretto, se vuoi che smetto
ma ci scometto che non avrai capito un cazzo di ciò chе ho detto
sono diretto, come l’anеstesia (ah)
mi permetto di dire un po’ la mia
non sono affetto, giuro, da nessuna strana malattia
ma, se balbetto, sa~sa~sarà colpa della frenesia
loro dicono non posso farlo, ma me ne sbatto:
qua il dado è tratto, dato di fatto che l’avrei fatto
tanto scarso quanto adatto, facciamo un patto:
dai, che, ad un tratto, ti batto. (via!)
sono del segno del toro, uomo: non perdono
mi emoziono e stono sopra a questo suono sottotono
sai chi sono? un disco d’oro senza radiopromo
senti il coro quando passo in corso como:
foto manco fossi in duomo. (cl!ck)
[ritornello]
(ahahahah) non mi frega un cazzo di quello che pensi tu
scemo, torna a fare il babbo tra i commenti su youtube
chi sta zitto a capo basso pecca sempre di virtù
io non taccio, parto a razzo e non mi fermerò mai più
(mai più, mai più)
(mai più, mai più)
[strofa 2]
disso tutti quanti, almeno la foga si aumenta
faccio il vago così poi nessuno si lamenta
la metà di questa scena ha ancora addosso la placenta
chi non ha nulla ostenta le cose che si inventa
questo ambiente, giuro, ancora non lo concepisco
non capisco un cristo di quello che dite:
della gang di sto cash e le borsette di chanel
volete fare i gangster ma mi sembrate delle fighe
le armi finte le avete vinte alle bancarelle
dietro alle quinte sembrate bimbe con le bretelle
le caramelle, mai preso quattro sberle
le vostre vite “super~danger” vorrei vederle
ho perso il conto di quante volte son risorto:
o dio mi vuole bene, o mi vuole morto
e se mi vedi per strada che cammino storto
fatti due domande, scemo, che ti rispondo. (allora!)
mi hanno messo sotto e il giorno dopo ero sul palco a roma
schiantati in un muro a 250 all’ora
lanciati dalla finestra della tua fottuta scuola
se facessi la mia vita dureresti tipo un’ora
tutte le cazzate, frate, le ho sempre pagate:
non incolpo mai nessuno se non me stesso
avete una creatività da invidia per ciò che inventate:
tutte ste stronzate non le fate manco al cesso
[ritornello]
non mi frega un cazzo di quello che pensi tu
scemo, torna a fare il babbo tra i commenti su youtube
chi sta zitto a capo basso pecca sempre di virtù
io non taccio, parto a razzo e non mi fermerò mai più
(mai più, mai più)
(mai più, mai più)
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