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lirik lagu alessandro aka seto - in casa solo

[verse]
sullo scaffale qualche libro mai rest-tuito
alla biblioteca dell’università
accomodato come sopra i fianchi un bel vest-to
indisturbato e appeso alla precarietà
i limiti sono convenzionali istinti timidi
che scivolano rapidi su dei sentieri ripidi:
con gli indici in prima pagina
svuotano i capitoli
sotto un’altra patina
senza troppi stimoli
e io sto in dubbio seduto con il muso
e questa sedia ha dato a me le piaghe da decubito;
io rubo la scienza della noia a qualche stupido
stupito dagli idiomi interlacciati in questo monologo
tu mi dicevi
che i miei complessi erano lampi in cieli neri
erano vanti mascherati da problemi:
ora sto al centro dell’oceano e imbarco i remi
ma forse sono io, insomma, che ne pensi?
sono io che scappo dall’immensità in cui tu mi orienti
ho il pane e non ho i denti, mancan le componenti
in questa mie euforie incandescenti
e poi non sei la prima, son sincero
e non sarai nemmeno l’ultima in quest’emisfero
ed io cerco la chiave del mistero
chiedendomi se è vero che faccio sempre un p-sso indietro
almeno concordi sul fatto che
ho blocchi emozionali quando sto vicino a te?
cause ancestrali risolvono i miei perché;
input relazionali non colmati, non da me
e la mia dieta è un barbazzale in santeria
bevuto lentamente per lenire l’apatia
venire meno ai doveri di casa mia
e chiedermi dov’eri nei momenti di agonia
ho fame adesso:
mangio una pasta scaldata al pesto (per ricordarmi di te)
giusto per stare leggero e longevo. apprezzo
questo interesse che ho per me stesso
ho fame adesso:
mangio una pasta scaldata al pesto (così non ti dimentico)
giusto per stare leggero e longevo. apprezzo
questo interesse che ho per me stesso

- lirik lagu alessandro aka seto

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