lirik lagu ak47 (ita) - dove l'inferno si sposa con la strada
[testo di “dove l’inferno si sposa con la strada”]
[strofa 1]
la mia parola corre dove l’inferno con la strada si è sposato
il piombo di beretta dritto nella schiena, non si sbaglia
l’aria che tira cruda inghiotte come nebbia
anche stanotte ricade e avvolge
momenti figli di vicoli ciechi
silenzio stretto nelle vene scorre con rancore
se chiudo gli occhi e quel che vedo è un viso spento
che come un chiodo nella tempia incandescente spinge
è scacco matto in testa e quеsto è il mio discorso
cerco ragioni cercando soluzioni troppe
chе tanto più grandi troppo così pesanti
in gola intanto mi si mozza il fiato
messo alle corde da chi impone coprifuoco
patriottica moralità civile
per non impazzire
adesso vado in cerca di vento
prendo fatti impressi negli occhi
lampi bianchi e blu nei miei quartieri
[ritornello]
la mia parola corre, la mia parola corre
dove l’inferno con la strada si è sposato
la mia parola corre, la mia parola corre
dove l’inferno con la strada si è sposato
la mia parola corre, la mia parola corre
dove l’inferno con la strada si è sposato
la mia parola corre, la mia parola corre
dove l’inferno con la strada si è sposato
[strofa 2]
volante trenta a centrale
quello che porto addosso non è un tricolore
ma un segno impresso dentro di un’esecuzione a freddo
che un ufficiale intervistato chiama sbaglio
sicuro già lo sai che se mi gira storto
il conto non è chiuso
lo leggi chiaro nello sguardo di quel porco verro
le mani bene in vista e mani [?] (mani bene in [?])
a denti stretti (lenti)
una paranoia strana che cancella tutto
non è il primo, anzi, è l’ultimo per cui
porto veleno in corpo per quello che è già subito
d’accordo, anch’io l’ho messo in conto quello che non mi conviene
trattengo forte in pugno le stesse paure e invece
su quel lenzuolo bianco adesso è scritto solo un nome
per chi in divisa o chi in borghese non fa differenza
quello che chiamano legge, la loro
è la loro quotidiana arroganza
[ritornello]
la mia parola corre, la mia parola corre
dove l’inferno con la strada si è sposato
la mia parola corre, la mia parola corre
dove l’inferno con la strada si è sposato
la mia parola corre, la mia parola corre
dove l’inferno con la strada si è sposato
la mia parola corre, la mia parola corre
dove l’inferno con la strada si è sposato
[strofa 3]
sapore amaro in bocca è dura da mandare giù
necessita un motivo la mia parola è [fionda?]
con questa in giro convinto
torto dopo torto guardo intorno fuori dal [cilindro?]
e ancora gioie, ricordi oppure [?] inesistenti
tra i miei pensieri in conto un dato ricorrente
‘sta [?] di questura con la svastica sul muro appesa
un bel mestiere
servile, che paga bene
così bene
ma tu poi ti domandi mai cosa vuol dire
per tanti è solo un posto sicuro
col manganello sulla testa della gente picchiar duro
alla fine penso ancora a questo
al volto di chi non sarà mai al loro posto
di iene è pieno il mondo, non mi sorprendo
nascondo nebbia, rabbia, freddo e un ghigno in faccia
la mia parola corre dove è sposato l’inferno con la strada
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