lirik lagu adria the reject - monolite nero
non mi rassegno a una vita scadente
mi scivola addosso quest’immondizia vivente
essere di parte emarginato per l’arte
restare da solo impazzire in disparte
ogni notte lotto contro demoni
lasciata o persa resti col suo spettro
ti segue al cesso sorride stronzetto
persegue monito letto all’inverso
il precetto il concetto sfinisce al vomito
rimetto gemito
smetto e prometto
progetto di farmi esplodеre il cuore nel pеtto
battito a rallentatore
respiro flebile opaca lo specchietto
viene da un altra dimensione
chi ti può aiutare ti sta inculando forte
si prende il tuo culo
prepara alla morte
death rap maledetto si mangia l’anima
arte nera fa del male a me
e a chi si ostina ad ascoltarla
il mio odio non funziona perchè lo assecondo
il mio odio non distrugge gli altri distrugge il mio corpo
il mio odio non cambia le cose di molto
il mio odio sporca il mio ricordo da morto
a chi lo racconto sto vento freddo viene da un altro mondo
poesia calore buono congelata fatta a pezzi
mi taglio con i suoi cristalli
vivo tra sciacalli in dipartita
dominano la partita non vuoi perdonarli
incontro al finale ma per raccontarlo a chi non interessa
stessa sinfonia mortale ti stressa
comprime nella stretta
schiaccia in una pressa
uscite sgraziate
verso bile a rate e voi non ringraziate
dire ti voglio bene
toglie sangue dalle vene
ci marcia e gli fa comodo
marcisco in modo comico
grottesco brucio in modo atomico
in un massacro faraonico
non mi parlare troppo o ti connetto a un modem
solo lì porti buone nuove
certo stare con me è pesante un sacco
sai un giorno o l’altro sta testa io me la stacco
tagliato a pezzi ficcato in un pacco
suona il requiem per un sogno
le ceneri spedite nello spazio
strazio che non sà cosa verrà a finirti
toglie la certezza
un paio d’ali recise per terra
brindiamo insieme a questa vita se si spezza
una carezza amputa le dita
soffoca la vita
apre un bossolo in metallo dentro la corteccia
assente o morto non c’è differenza
il fuoco segna un profondo solco sfanculare il mondo
giochi a fare l’orco in un mare di male così grosso da privarmi pure del rimorso
estrae la giugulare con un morso
uscirne a posto senza una lacrima
mirini addosso
nel posto
ho un arma scarica
ho detto alla mia anima che aveva polso
hanno proposto una protesi meccanica
inciso troppo in fondo
il teschio me lo sfondo
ultima volta da deluso angelo caduto
mi scuso di che cosa perenne illuso
tornare buoni
rifare tutte le azioni
circo delle aberrazioni vuole
il senso di colpa mangiatelo a colazione
decriptazione in chiave ermetica
gli occhi del limite non hanno retina
ora in costrizione
davanti c’è un burrone
per quanto mi è andata grassa
tubi da liposuzione
nell’aldilà tu vivrai nel terrore proiettato altrove
vaghi incerto del dolore dilaniato dal tuo orrore
reietto senza onore
amo l’amore
un tocco colorato e variopinto al mio dipinto
arte di disperazione
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