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lirik lagu adria the reject - la morte dei cervelli

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[testo di “la morte dei cervelli”]

[strofa 1]
giro di notte
solo nell’auto che va
solo come chi fotte lucciole tra luci di città
giro tra vita carte di morte pagabili a vista
solo in vita trista e rattrista
tristezza annienta emboli odi meccanici
saetta
scende la rabbia repressa
com’è vuoto lo scroto
su una città di branchi di stronzi egoisti io nuoto
date su date di nulla di niente
la solitudine che ti infetta e ti rende alla moltitudine
cazzo, sbatto la testa sul muro bianco
solo con una boccia di valium accanto
non giro nel giro
non canto sul campo
io scoppio di brutto
non conto e non campo
la scampo per poco
do fuoco al cervello
puntate di flash tocco tempie dita trivello
[ritornello]
ed esplode la rabbia
su questa fogna di città la merda scorre a fiotti e neanche sa dove va
troppe voci urlano forte, mi squarciano da dentro
la rabbia io la sento cado steso sul cemento
è la rabbia a darmi forza dovunque sia, dovunque vada
se rigo dritto resto fermo sulla cattiva strada
questa rabbia è mia, è la mia libertà
sono troppo libero di odiare questo schifo di città

[strofa 2]
non vivi se ti svegli credendoti morto
quando scrivi non ridi
se non senti le gambe
diventa stronzo luci fissate
pezzi di carne morta mi parlano d’anima
quando nasci per soffrire farti male e crepare
di un dio stronzo maiale
e il sole non batte sul cranio
marcio da pompare indolore incolore
il sapore del sesso svanisce
il dolore ferisce
si espande come un tumore
finché la mente non muore
io non mi arrendo essere hardcore
ore che passano senza calore
mi chiama e mi vuole
7e non ci sono cure
e non ci sono cure
e non ci sono cure
ma ferite sempre più dure
[ritornello]
ed esplode la rabbia
su questa fogna di città la merda scorre a fiotti e neanche sa dove va
troppe voci urlano forte, mi squarciano da dentro
la rabbia io la sento, cado steso sul cemento
è la rabbia a darmi forza dovunque sia, dovunque vada
se rigo dritto resto fermo sulla cattiva strada
questa rabbia è mia, è la mia libertà
sono troppo libero di odiare questo schifo di città

[strofa 3]
anche stanotte è una caccia, è una caccia, è una caccia
si scompone la faccia
disteso su braccia
piange isterico ricordi ricoperti di nebbia
finite la lacrime la rabbia esce sotto forma di satira

ti resta una vita più vuota che morta

è gelato il pavimento
il mio riarmo mentale è un preludio alla guerra
ho visto il mio funerale una volta, è una merda
ammazza l’emozione, estrema unzione

[ritornello]
ed esplode la rabbia
su questa fogna di città la merda scorre a fiotti e neanche sa dove va
troppe voci urlano forte, mi squarciano da dentro
la rabbia io la sento cado steso sul cemento
è la rabbia a darmi forza dovunque sia, dovunque vada
se rigo dritto resto fermo sulla cattiva strada
questa rabbia è mia, è la mia libertà
sono troppo libero di odiare questo schifo di città


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