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lirik lagu aban - appeso a un filo

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[verse 1: ill tacco]
pensavano d’avermi fatto fuori, ma non e’ facile tori
tengo duro come chi è nel vuoto e conta giù 10 balconi
la vita scorre davanti agli occhi in pochi secondi
resti a galla nella merda o ci affondi
ascolti la tua coscienza o salti
tipica situa(zione) in cui non dai mai retta agli altri
non pensi ai soldi, risalire è il primo dei sogni
sopravvivere è il primo dei bisogni ogni secondo tutti i giorni

[verse 2: aban]
sto qua compa’ anche se il sangue scende dalle mani
la mia presa resta forte come quella dei caimani
la mia vita e’ appesa a un filo, la mia vita e’ appesa a un micro
come nico e nano a lecce la mia vita e’ appesa a un kilo
mentre conti i secondi prima che la scena affondi
prima che p-ssi la moda degli ultimi giorni
ne resteranno in pochi, ma saranno i più forti
quelli che guardano soltanto con i propri occhi
no, no! io non scendo a patti, capi indipendenti
nada compromessi, rubo i tuoi interessi
nada dipendenti, nada presidenti
la mia azienda conta solo su veri fratelli
non parlo delle troie nascoste dalle maschere
che fingono ti abbracciano poi tagliano alle spalle
non bastano le chiacchiere, non fanno vero l’uomo
resto appeso mentre tutto scorre verso il vuoto…

[hook]
la mia vita è appesa a un filo
al cappio o al micro
stringerò i denti fino all’ultimo respiro… toro!!
appeso a un filo, per quello che non rido
non spreco fiato, non grido, ogni istante mi sfido…

[verse 3: luchè]
e’ un filo spesso un millimetro che spesso taglia
e tu gridi così forte che la tua voce
sp-cca gli infissi, attira guardie
e quel che resta è solo un crocifisso
mi vedi tuta grigia e bmx o camice nere
pregando chi ci ha messo qua giu
era solo ieri che giocavamo a fare i bersaglieri senza pistole vere
ma il tempo vola, le delusioni non fanno più male come una volta
dal cielo all’ inferno in un secondo
la freddezza è la virtù dei forti
col ferro in mano dietro la porta
ti caghi sotto quando senti le botte
e non basta la scorta, la morte ha le braccia lunghe
e ti stringe forte e non se ne importa

[verse 4: ntò]
copri con bling di plastica il panico
c-mbà ril-ssati, sciogliti
io brindo al cl-ssico
rido e rischio il m-ssimo
un ‘azienda alzata insieme con l’azzardo dei pensieri
i cafoni pezzenti non sono paure, sono giocattoli
e se sgarrano non lo gridiamo nelle barre
li stendiamo nelle barrelle
uno spunto serio per i racconti di valeria parrella
appeso ad un filo, come chi accende un filtro
ha ucciso un figlio
(chi) gira col ferro, o respira con la flebo
o aspetta l’avviso della fine


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