lirik lagu 16 barre - questa è per i diavoli
[strofa 1: benni]
io non ascolto i tuoi consigli, c’è un conflitto di ragione e torto
che la musica mette d’accordo
e c’è una musica per pochi affiliati e si espande
nell’immenso si espande, finché sento il mio ego uscire dalla carne
dolore martellante, il suono batte
e fa strage di menti distratte
se sei in contatto con, vieni a presentarmeli
se siete matti legheremo i vostri corpi agli alberi
svuotiamo piste, abbiamo fatto centro
giustificazione del complotto se non chiami i 16 al tuo evento
fratello, è un memento
illuminami il volto avvertimi delle mie tasche che non riempio
hai 24 ore per farlo
io non ti dico: “esprimi un desiderio”, impegnati per realizzarlo
ed ogni angolo terrestre è terso
l’inquisizione della camera stellata, kiss my universo
[ritornello: john princekin]
questa è per i diavoli dai tavoli dei tabernacoli
fino alla luce strobo dei semafori
per i sopravvissuti di questo tramonto
la notte è un portale per il mio mondo
[strofa 2: benni]
c’hanno gettato nella mischia
con un teschio in mano io mi chiedo quanto puoi essere o non essere egoista
altro peso sulle schiene, trasciniamo le catene
gli insulti c’hanno fatto un sacco di bene
e meno male c’è chi rosica tra la folla irrequieta
io li osservo dallo spazio di un altro pianeta
foto scattate in euforia, lingua fuori come einstein
una volta dentro urlai: “goodbye, my mind”
l’intelligenza innata del tuo cuore, tu fai in modo
di star comodo incollato al mio microfono
i palazzi esplodono, le vostre teste esplodono
tra lampi e tuoni fu il suono del non popolo
[strofa 3: john princekin]
non c’è fonte oltre quel monte
pecore dal ponte saltano schiantandosi di fronte
morte dal fronte nella notte buia
l’unica via è la malinconia dall’arpa di giulia
c’è un verme che striscia sotto la psi-che
le loro informazioni non sono servite
queste zattere non salvano, sono marcite
in balia fra le onde delle calamite
strappano le ali e se le attaccano
non sanno che, le ali altrui spesso nel proprio corpo non battono ed arrancano
figli del grande triangolo
non hanno manco gli occhi eppure giurano che piangono
ora che il rap è un grand hotel
nella nuova era dove i new era hanno sost-tuito il gel
la violenza fa i botti, erige complotti
spegne le luci di queste notti
voi e la vostra testa chiusa
avete il coraggio di tirare pugni, ma non di chiedere scusa
ma tanto che ci frega a noi
mc’s mai nati ammainati, ma mai ammaestrati
guardo le mattine dentro le cantine
fotta senza fine, dischi e puntine
noi siamo i nostri dei
ascolti noi e dici questo è il suono che vorrei, ma tu chi cazzo sei?
[ritornello: john princekin]
questa è per i diavoli dai tavoli dei tabernacoli
fino alla luce strobo dei semafori
per i sopravvissuti di questo tramonto
la notte è un portale per il mio mondo
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